Il Parlamento europeo, con due soli voti di scarto, ha respinto la risoluzione sui salvataggi in mare dei migranti che chiedeva, tra l'altro, che i porti fossero aperti alle navi delle Ong. La plenaria di Strasburgo ha respinto il testo con 290 voti contrari, 288 a favore e 36 astenuti.
La proposta di risoluzione che è stata bocciata dalla plenaria dell'Europarlamento invitava "gli Stati membri a mantenere i loro porti aperti alle navi, comprese le navi delle ONG, che hanno effettuato operazioni di salvataggio intendono far sbarcare i passeggeri". La versione originale della risoluzione, che era stata adottata dalla commissione Libertà pubbliche, prevedeva poi di vietare a livello Ue la "criminalizzazione" delle attività di assistenza in mare.
Il testo, grazie a un emendamento presentato dai Socialisti, dai Verdi e dal Movimento 5 Stelle, chiedeva inoltre "un meccanismo permanente e obbligatorio di ricollocamento per gli arrivi via mare".
La risoluzione chiedeva anche di "potenziare le operazioni proattive di ricerca e soccorso fornendo una quantità sufficiente di navi e attrezzature specificamente dedicate alle operazioni (...) lungo le rotte sulle quali possono contribuire efficacemente al salvataggio di vite umane".
Il testo evocava una possibile missione di salvataggio Ue "coordinata da Frontex" o una serie di "operazioni internazionali, nazionali o regionali distinte, preferibilmente civili".
La delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo si è astenuto nella risoluzione sui porti aperti, contribuendo in modo decisivo alla sua bocciatura da parte della plenaria per appena due voti. È quanto emerge dai risultati voti nominali del Parlamento europeo. Il testo è stato bocciato con 290 voti contrari, 288 a favore e 36 astensioni.
Complessivamente i gruppi dei Socialisti&Democratici, dei liberali di Renew Europe, dei Verdi e della Gue hanno votato a favore della risoluzione sui porti aperti. Contrari invece i gruppi del Partito Popolare Europeo, dei Conservatori e Riformatori Europei e di Identità e democrazia. Ma i voti nominali registrano numerosi voti in dissenso dai gruppi.