In una lettera interna rivolta ai dipendenti, l’amministratore delegato di Apple, Tim Cook, ha difeso la decisione di rimuovere dallo Store l’applicazione HKmap.live, che secondo le autorità cinesi sarebbe stata utilizzata dai manifestanti di Hong Kong per coordinare azioni “violente” nei confronti di singoli agenti delle forze di polizia. La rimozione del servizio è stata criticata sia dai cittadini di Hong Kong sia da alcuni politici e giornalisti statunitensi, dal momento che non è stata fornita alcuna prova di abusi nel suo utilizzo.
La posizione di Apple
“Non è un segreto che la tecnologia può essere utilizzata per il bene o per il male. Questo caso non è diverso. L'applicazione in questione permette [la raccolta] di informazioni di massa e la mappatura dei checkpoint della polizia, dei punti caldi delle proteste e altre informazioni”, si legge nella lettera, trapelata giovedì e resa pubblica online. “Negli ultimi giorni abbiamo ricevuto informazioni credibili dall'Hong Kong Cybersecurity and Technology Crime Bureau, così come dagli utenti di Hong Kong, secondo le quali l'applicazione sarebbe stata usata malignamente per colpire in modo violento singoli agenti e per danneggiare individui e proprietà dove non sono presenti forze di polizia. Questo uso ha fatto sì che l'applicazione violasse la legge di Hong Kong. Allo stesso modo, un abuso diffuso viola chiaramente le linee guida dell'App Store, che escludono [la possibilità di arrecare] danni personali”.
Di fatto, l’app funziona come un aggregatore di informazioni sul traffico e i mezzi di trasporto, raccogliendo dati da numerose piattaforme e social network.
Come funziona HKmap.live
Simile a Waze (diffusa in Europa) nel suo funzionamento, HKmap.live permette di condividere informazioni sul traffico e sui posti di blocco: in questo senso sarebbe stata utilizzata dai cittadini di Hong Kong per evitare gli assembramenti della polizia e per coordinare gli attacchi. Il servizio infatti permette di individuare su una mappa la presenza di un ostacolo - come un posto di blocco - ma non la presenza di singoli individui appartenenti alle forze dell’ordine.
A denunciare che gli attivisti avessero trovato il modo di abusarne per condurre “degli attacchi mirati”, il 5 ottobre, era stato il People’s Daily, giornale appartenente al più grande gruppo editoriale del Paese e direttamente controllato dal Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese. Come scrive la testata, “Quest’app pretende di fornire informazioni sui trasporti a beneficio dei cittadini, ma è in realtà utilizzata per identificare i dintorni della polizia, consentendo ai manifestanti di Hong Kong di proseguire nelle violenze - si legge nell’articolo -. Gli sviluppatori del servizio avevano intenzioni corrotte”.
Alle accuse hanno risposto direttamente gli sviluppatori del servizio, dal proprio account Twitter, negando che l’app sia mai stata usata per compiere imboscate e ribadendo che l’unico scopo del servizio è quello di “consolidare le informazioni provenienti dagli utenti e da fonti pubbliche, come il flusso di notizie in diretta, Facebook e Telegram”. In ogni caso, nessuna prova di attività contro le forze dell’ordine è mai stata fornita.
Contro la decisione di Cook si sono schierate anche personalità sia di Hong Kong sia degli Stati Uniti. Su Twitter, il senatore democratico Rick Scott ha definito la decisione di Apple “inaccettabile: mettere il profitto sopra ai diritti umani e alla dignità della gente di Hong Kong è sbagliato. Non ci sono ‘se’, ‘oppure’ o ‘ma’ da aggiungere”. Della stessa opinione anche l’imprenditore e parlamentare di Hong Kong Charles Mok, che ha annunciato di aver scritto una lettera a Cook spiegando che la rimozione del servizio “causerà problemi ai normali cittadini, che la utilizzano per evitare la presenza della polizia essendo costantemente nel timore della loro brutalità”.