Un attacco in piena regola, compiuta da uomini vestiti con la mimetica, elmetto e mascherina, dotati di armi automatiche. Due morti, vicino alla sinagoga di Halle, in Sassonia-Anhalt, delle granate lanciate dentro il cimitero ebraico, almeno due feriti gravi. Un "tedesco bianco" è stato tratto in arresto, secondo la Frankfurter Allgemeine Zeitung. Si ha poi notizia di un'ulteriore sparatoria a Landsberg, una località a una quindicina di chilometri ad est dalla città sassone.
"Stando alle nostre attuali conoscenze, partiamo dal presupposto che si è trattato di un attacco antisemita", ha affermato il ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer, secondo il quale vi è "un numero sufficiente di indicazioni chiare" secondo le quali l'attacco nei pressi della sinagoga di Halle ha "una probabile matrice di estrema destra".
La Germania è sotto shock per un assalto senza precedenti, compiuto con caratteristiche militari nel giorno in cui cade la festività ebraica del Yom Kippur (il giorno dell'espiazione). La Procura federale di Karlsruhe ha annunciato di aver aperto un'indagine per terrorismo, avvertendo che la vicenda "riguarda la sicurezza interna di tutta la Germania", sul posto si sono recate le unità speciali.
Mentre la polizia invitava tutta la popolazione sia ad Halle che a Landsberg "di rimanere nelle loro case", due dei sospetti - in realtà non c'è ancora chiarezza definitiva sul loro numero - si sarebbero appropriati di un'auto per fuggire in direzione di Monaco di Baviera. Le forze dell'ordine hanno poi annunciato di aver tratto in arresto una persona, ma l'allarme rimane ai massimi livelli.
Mentre la sinagoga di Halle è stata blindata dalle forze dell'ordine (nessuno può né entrare né uscire), le misure di sicurezza sono state rafforzate anche nei pressi delle sinagoghe di Lipsia e di Dresda. È tutto iniziato intorno a mezzogiorno, quando sono stati segnalati spari nel quartiere Paulus, che si trova nella città vecchia di Halle.
Le vittime dell'attentato
Un primo tweet la polizia parlava di "più attentatori", anche se alcune testimonianze sembravano far pensare all'azione di un uomo solo. La dinamica ancora non è affatto chiara. Di certo è che, come riferito anche da testimoni oculari, un uomo è stato ucciso in una piccolo ristorantino di kebab, una donna invece è caduta sotto i colpi dei killer nella Humboldtstrasse, sulla stessa via nella quale si trova la sinagoga, a non più di 600 metri di distanza.
Ma non solo: i sospetti hanno lanciato una granata dentro il cimitero ebraico, e un piccolo ordigno sarebbe esploso alla tavola calda di kebab. Due feriti gravi sono stati ricoverati in ospedale per essere operati d'urgenza. La stazione centrale di Halle è stata completamente chiusa e blindata, come comunicato dalle ferrovie tedesche. Anche il trasporto pubblico locale è stato fermato fino a nuovo ordine.
A quanto riferito dal presidente della comunità ebraica della città sassone, Max Privorozki, uno degli attentatori ha sparato sul portone d'ingresso della sinagoga cercando cosi' di aprirla. "Dalle immagini della telecamera della sinagoga abbiamo visto che un uomo pesantemente armato, con elmetto e fucile, ha cercato di aprire il portone a forza di spari", ha spiegato Privorozki alla Stuttgarter Zeitung.
L'assalto alla sinagoga
Proprio perché oggi è Yom Kippur, nella sinagoga si trovavano dalle 70 alle 80 persone. In un video diffuso poco dopo l'attacco, si vede un attentatore che spara colpi di fucile in mezzo alla strada, con indosso appunto una mimetica, l'elmetto e una maschera. Un testimone presente all'attacco nella tavola calda afferma che il killer ha sparato con un'arma d'assalto, e che prima aveva lanciato una sorta di piccolo ordigno, esploso sulla facciata del locale, nel quale in quel momento si trovavano cinque o sei clienti. Il testimone stesso ha affermato di essersi nascosto nella toelette.
L'attentatore di Halle è un tedesco di 27 anni, Stephan B., cittadino della Sassonia-Anhalt. Lo scrive lo Spiegel, affermando che gli inquirenti sono in possesso di un video realizzato dal killer, che evidentemente ha utilizzato una telecamera montata sull'elmetto.
Le immagini, afferma il settimanale sul suo sito, mostrano come Stephan B. spara ad una donna, una passante, vicino al cimitero ebraico di Halle e poi anche l'uccisione di un uomo nella tavola calda non lontano dalla sinagoga. Dal video emergono chiare indicazione sulla matrice antisemita e di estrema destra dell'attentato: il killer urla varie volte "ebrei". Sempre stando alle informazioni dello Spiegel, l'uomo non era precedentemente noto alla polizia.
"Gli ebrei sono la causa di tutti i problemi"
Sempre la Faz afferma che vi sarebbe stato un ulteriore attacco a Weissenfels, nello stesso Land della Germania orientale. Il portale "Site" di Rita Katz segnala che nei siti degli ambienti di estrema destra l'attentatore viene definito "santo", come precedentemente era stato chiamato anche Brenton Tarrant, il suprematista autore degli attacchi alle moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda.
"Gli ebrei sono le cause di tutti i problemi", èla frase pronunciata, e registrata da una videocamera posta sul proprio elmetto, dall'attentatore, riferisce ancora Rita Katz, di Site.
Proprio oggi, come rilevato da diversi osservatori, erano state effettuate perquisizioni in più Laender in ambienti considerati eversivi. Il portavoce della cancelliera Angela Merkel, Steffen Seibert, ha parlato di "notizie spaventose" in merito alla sparatoria di Hall. Il governatore della Sassonia-Anhalt, Reiner Haseloff, si è detto "sconvolto per questo atto odioso". La polizia federale ha intanto esteso le indagine su tutto il territorio nazionale e ha fatto sapere che si è preparata all'ipotesi di ulteriori scontri a fuoco.
Il racconto di un testimone
Un clima da guerra a Halle con "la maggior parte delle strade principali chiuse, la polizia in ogni angolo e gli annunci di chiudersi in casa. Siamo terrorizzati da quello che è successo". A raccontarlo all'Agi è Habib Kurtishi, 25enne residente nella città tedesca dove nella mattina due persone sono state uccise in un attacco alla sinagoga.
"Abito a dieci minuti dal luogo dell'attentato - spiega -. Avevo appena finito il turno di lavoro e stavo rientrando quando il mio capo mi ha chiamato con la voce rotta per dirmi che c'era stato un attacco e che dovevo prestare attenzione". "Hanno chiuso la maggior parte delle strade principali, bloccato le superstrade e tutte le vie che conducono agli accessi per le autostrade", continua Kurtishi.
"La città era piena di forze speciali con i mezzi blindati. Avvisavano la gente di restare nelle proprie abitazioni e nei luoghi al sicuro, chiudendo porte e finestre perché gli attentatori erano in fuga". "La situazione è ancora molto calda, c'è tensione e paura, speriamo che le forze speciali chiudano al meglio e al più presto questo incubo", conclude il giovane.