Per la giustizia francese un infarto durante un rapporto sessuale che si verifica durante una trasferta di un dipendente è da considerare a tutti gli effetti un incidente sul lavoro. Una sentenza passata quasi del tutto inosservata in Francia eppure ha implicazioni economiche importanti per l'azienda e lo Stato: i famigliari dovranno percepire un’indennità mensile fino all’80% dello stipendio del dipendente defunto fino all’età della presunta pensione mentre la società dovrà continuare a versare i contributi ai fini pensionistici.
Lo scorso 17 maggio la Corte di appello di Parigi si è pronunciata sull’annosa vicenda di un lavoratore deceduto dopo un rapporto sessuale consumato mentre era impegnato in una missione fuori sede. Una sentenza passata inosservata che riconosce il decesso a tutti gli effetti come un incidente sul lavoro, respingendo così il ricorso dell’azienda.
La ricostruzione del fatto
Il caso risale a febbraio 2013, quando l’azienda TSO, specializzata nella costruzione e la manutenzione di infrastrutture ferroviarie, con sede legale a Chelles, nel nord della Francia, ha inviato un suo tecnico esperto di sicurezza in trasferta nella città di Meung-sur-Loire, nei pressi di Orléans (centro).
L’uomo, identificato solo come Xavier X, età non specificata, è stato ritrovato in stato di incoscienza. L’indagine della gendarmeria, che ha contattato la società, riferisce che l’impiegato “è deceduto di crisi cardiaca il 21 febbraio 2013, verso le ore 22, al domicilio di una donna che aveva incontrato, dopo aver avuto una relazione sessuale con lei”.
Una vicenda finita dopo pochi mesi davanti alla giustizia quando il Servizio di previdenza nazionale (Assurance Maladie) ha deciso che il decesso di Xavier X era da prendere in carica “a titolo della legislazione professionale”, chiedendo alla TSO di versare i dovuti contributi.
Le conseguenze della sentenza
L’azienda non ha accolto la richiesta e dopo una fallita trattativa consensuale si è rivolta al Tribunale degli Affari sociali di Meaux, nei pressi di Parigi. Nel giugno 2016 i giudici hanno dato ragione al Servizio di previdenza nazionale per il quale “un atto sessuale rientra in quelle azioni della vita quotidiana come consumare un pasto o farsi la doccia”.
La TSO ha fatto appello alla sentenza, argomentando che “una relazione adultera con una perfetta sconosciuta è un atto indipendente dal suo impiego”, chiedendo ai giudici di non considerare il decesso “imputabile al suo lavoro”. Ma ancora una volta la Corte di appello ha dato torto all’azienda, ribadendo che il dipendente deceduto si trovava in missione professionale fuori sede, “pertanto ha diritto alla protezione prevista dalla Sanità nazionale si verifichi in occasione di un atto professionale o di un'azione della vita quotidiana”.
La sentenza della Corte di appello di Parigi conferma le precedenti decisioni di giustizia, sottolineando che “il fatto che il proprio dipendente abbia avuto un rapporto sessuale in un luogo che non fosse la stanza prenotata dalla società non basta per considerare l’uomo fuori dalla sfera di autorità del datore di lavoro”.
Inoltre, aggiunge il pronunciamento, quando l’incidente è sopraggiunto “il dipendente era in forza nell’azienda, in quanto non aveva interrotto la sua missione per motivi personali, né era sottoposto a obblighi professionali precisi nell’orario in cui si è sentito male”.
Una sentenza che apre la strada al pagamento di un cospicuo risarcimento alla famiglia del lavoratore deceduto, che può raggiungere fino all’80% del suo stipendio mensile fino all’età in cui avrebbe dovuto andare in pensione, in parte pagato dalla TSO e dall’altra a carico dello Stato. E fino alla presunta età pensionabile l’azienda dovrà versare i contributi al Servizio di Sanità e Previdenza nazionale (Sécurité sociale).
Il precedente e l'amplificazione social
Già 10 anni fa un tribunale francese aveva stabilito che "ogni tipo di incidente subito da dipendenti durante una trasferta rappresenta a tutti gli effetti un incidente sul lavoro”. Prima del caso di Xavier X, nel 2017 un giudice ha riconosciuto come incidente sul lavoro la ferita alla mano di un uomo d’affari in viaggio in Cina mentre era in una discoteca alle 2 di notte.
La sentenza TSO è stata rilanciata sui Social da un’avvocatessa con sede a Rouen, Sarah Balluet, presentando la vicenda come “inedita” e "controversa", evidenziando che riduce all’osso le situazioni che non vanno considerate come incidenti sul lavoro in caso di trasferta di un dipendente, aumentando così rischi e responsabilità per il datore di lavoro.
“La questione che mi pongo e che ora si pongono anche le aziende: bisogna espressamente vietare al dipendente fuori sede di avere rapporti sessuali durante una trasferta” si interroga la Balluet interpellata dall’agenzia France Presse.