I primi embrioni in vitro in assoluto mai realizzati possono segnare una svolta nel destino del rinoceronte bianco settentrionale ormai quasi estinto. Per decenni la storia del rinoceronte bianco settentrionale è stata una storia di declino. Il numero di individui si è ridotto a soli due nel 2018, rendendo la totale estinzione della specie solo una questione di tempo. Un consorzio internazionale di scienziati e conservazionisti ha raggiunto una pietra miliare nella riproduzione assistita che può essere un punto di svolta fondamentale nel destino di questi magnifici animali.
Utilizzando ovociti raccolte dalle due femmine rimanenti e sperma congelato di maschi deceduti, sono stati creati con successo due embrioni di rinoceronte bianco settentrionale. Gli embrioni sono ora conservati in azoto liquido, pronti per essere trasferiti in una madre surrogata in un prossimo futuro.
La creazione in vitro degli embrioni di rinoceronte bianco settentrionale è stata realizzata presso i laboratori Avantea di Cremona, Italia. Cesare Galli e il suo team hanno portato a maturazione e fecondato gli ovuli raccolti il 22 agosto da Najin e Fatu, le due femmine che vivono a Ol Pejeta Conservancy in Kenya, con sperma dei maschi Suni e Saut. "Abbiamo riportato dieci ovociti dal Kenya, cinque per ogni femmina. Dopo l'incubazione, sette sono maturati ed erano adatti alla fecondazione (quattro da Fatu e tre da Najin)", dice Galli.
"Gli ovuli di Fatu sono stati iniettati con lo sperma di Suni mentre gli ovuli di Najin sono stati iniettati con lo sperma di Saut usando una procedura chiamata ICSI (Intra Cytoplasm Sperm Injection). Lo sperma di Saut - continua - era di qualità davvero scadente e abbiamo dovuto scongelare ulteriori campioni per trovare spermatozoi vitali per l'ICSI. Dopo dieci giorni di incubazione, due ovuli di Fatu si sono sviluppati in embrioni vitali che sono stati crioconservati per il trasferimento futuro. Gli ovuli di Najin non sono arrivati ad un embrione vitale nonostante il fatto che un ovulo avesse iniziato la segmentazione".
Questa procedura è stata resa possibile grazie ad un precedente traguardo raggiunto a Ol Pejeta tre settimane fa. Gli scienziati sono stati in grado di raccogliere ovociti (ovuli immaturi) sia da Najin che da Fatu per la prima volta in assoluto.
La raccolta degli ovuli è stata realizzata grazie ad un'iniziativa congiunta dell'Istituto Leibniz per lo zoo e la ricerca sulla fauna selvatica (Leibniz-IZW), Avantea, Dvr Kra'love' Zoo, Ol Pejeta Conservancy e Kenya Wildlife Service (KWS).
Subito dopo la raccolta gli ovuli sono stati trasportati per via aerea al laboratorio Avantea di Cremona. "L'intero team ha sviluppato e pianificato queste procedure per anni", afferma Thomas Hildebrandt di Leibniz-IZW. "Oggi abbiamo raggiunto un'importante traguardo su una strada impervia che ci permette di pianificare le tappe future del programma di salvaguardia del rinoceronte bianco del nord", aggiunge.
L'intero processo fa parte del progetto di ricerca "BioRescue". L'obiettivo è quello di far progredire in modo significativo le tecniche di riproduzione assistita (ART) e le tecniche associate alle cellule staminali (SCAT), integrate da una valutazione etica complessiva a beneficio del rinoceronte bianco settentrionale.
Il consorzio è parzialmente finanziato dal Ministero Federale Tedesco per l'Educazione e la Ricerca (BMBF) e comprende istituzioni di fama internazionale provenienti da Germania, Italia, Repubblica Ceca, Kenya, Giappone e Stati Uniti. BioRescue mira a prevenire l'estinzione del rinoceronte bianco settentrionale.