Non incontrerà Trump, ma spera di diffondere un messaggio "verde" negli Stati Uniti con l'aiuto degli americani. Il primo giorno di Greta Thunberg a New York comincia alle 4 di pomeriggio, quando a bordo della Malizia II, un diciotto metri a emissione zero, la giovane attivista svedese attracca al North Cove Marina, il porticciolo vicino al World Trade, dopo una traversata di 5,5 mila chilometri durata quindici giorni.
Stanca, infreddolita, Greta è stata accolta dall'ovazione di centinaia di persone che erano in attesa da almeno tre ore lungo la banchina che si affaccia sull'Hudson. Sbarcata, Greta ha parlato per alcuni minuti, con un filo di voce, timida. "E' stato un viaggio pazzesco - ha detto - ma era giusto farlo per difendere i valori in cui crediamo. Non possiamo più perdere tempo, dobbiamo agire".
Greta sbarca nella terra di Trump. "Ma non credo - ha ammesso - di essere in grado di convincerlo, e non penso di incontrarlo visto che non ci è riuscito nessuno. Ma sono qui per portare avanti la nostra campagna in difesa dell' ambiente". Non manca un riferimento al dramma dell'Amazzonia. "Gli incendi che la stanno distruggendo ci fanno capire che non possiamo stare fermi. Dobbiamo dire basta a tutto questo. Insieme tutto è possibile". Gli applausi le hanno dato forza, ma era stanca, ha chiesto di andare a riposare. Venerdì parteciperà a un sit-in davanti all'Onu, poi partirà per in lungo viaggio che la porterà in Cile, Messico e Canada, prima di tornare a New York per partecipare, il 23 settembre, a un incontro all'Onu sul clima.