Toni meno ottimisti e concilianti, ma lo stesso messaggio: il presidente francese, Emmanuel Macron, segue (con riluttanza) la linea della cancelliera tedesca Angela Merkel e concede a Londra tempo per proporre soluzioni all'impasse, creatosi sull'accordo di uscita del Regno Unito dalla Ue, senza nascondere, però, il suo scetticismo sulla possibilità di raggiungere un'intesa "molto diversa" da quella attuale, da qui al 31 ottobre, scadenza fissata per l'attuazione della Brexit.
Per questo, le aperture ieri di Berlino e oggi di Parigi a Boris Johnson, alla sua prima visita in Ue da quando è diventato premier, suonano più come una strategia coordinata per evitare quello che il successore di Theresa May ha sempre cercato di fare: scaricare la responsabilità di una Brexit no deal su Bruxelles, rea ai suoi occhi di non voler trattare con Londra un nuovo accordo.
Nella conferenza stampa prima dei colloqui al Palazzo dell'Eliseo, Macron (come Merkel) si è detto pronto ad ascoltare le proposte di Londra per rimpiazzare il contestato backstop, su cui si è arenato in Parlamento l'accordo May. Si tratta della clausola che prevede la permanenza dell'Irlanda del Nord nel mercato unico, con la Gran Bretagna inserita nell'unione doganale, finchè non si trovano soluzioni per evitare il confine fisico tra le "due Irlande".
L'inquilino dell'Eliseo si è detto "fiducioso" che una soluzione si possa trovare "in 30 giorni", come ipotizzato dalla cancelliera, ma ha anche sottolineato che dovrà essere "nel quadro di quanto già negoziato" e nel rispetto della "stabilità dell'Irlanda e del mercato unico".
Per questo, Parigi ha avvertito che non si arriverà a un accordo molto diverso da quello attuale, mandando un chiaro monito a Johnson, il quale si è detto "incoraggiato" dai colloqui con Merkel ma pare ormai aver abbandonato l'idea di una revisione completa del piano May.
A dimostrazione delle difficoltà che Johnson deve affrontare nel definire alternative (ha detto che ci sono "soluzioni tecniche facilmente disponibili"), Macron ha definito l'attuale backstop "indispensabile". Il premier di Londra ha poi ribadito di "volere un accordo", ha garantito che "per nessuna ragione imporrà controlli alla frontiera" irlandese, ma ha anche ripetuto il suo leitmotiv: "Dobbiamo uscire dalla Ue il 31 ottobre, con o senza accordo".
La palla ora è nelle mani di Downing Street, ma il cammino è tutto in salita. Il prossimo passo sarà l'incontro con il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, previsto a margine del G7 di Biarritz, dove Johnson potrebbe già portare proposte concrete. L'esistenza di un margine di negoziato sulla Brexit ha suscitato ottimismo nei mercati e rafforzato la sterlina che ha toccato nella gioranta di giovedì un picco di 1,2265 contro il dollaro e di 90,41 pence contro l'euro, livelli che non di vedevano da tre settimane.
Il commento di Johnson è stato affidato a Twitter: "Oggi ho incontrato il presidente Emmanuel Macron a Parigi. Facciamo la Brexit, in modo pragmatico, avveduto e nell'interesse di entrambe le parti. Approfondiamo e intensifichiamo l'amicizia e la partnership tra le nostre nazioni". Con tanto di video.
Anche Macron ha affidato a Twitter un commento sull'incontro: "La relazione tra il Regno Unito e la Francia, secondo me, è essenziale e inalterabile. Vedo nella scelta del primo ministro britannico, Boris Johnson, di venire a Parigi, la necessità di voler mantenere questa relazione privilegiata. Lavoriamo insieme". Anche nella conferenza stampa precedente ai colloqui, il presidente francese ha tenuto a sottolineare questo aspetto: "Il futuro del Regno Unito può essere solo in Europa".
Il premier britannico Boris Johnson ha portato il suo stile anche all'Eliseo. Nelle foto ufficiali dei colloqui, infatti, appare con i piedi sul tavolo. "Ha optato per un approccio informale nell'incontrare Macron all'Eliseo, ma va bene mettere i piedi sul tavolo di qualcun altro, quando sei un ospite?". Si chiede il quotidiano Guardian sul suo sito internet, pubblicando la foto incriminata.