Restano infuocati i toni dello scontro tra India e Pakistan dopo la decisione del governo di New Delhi di revocare lo 'status speciale' del Jammu e Kashmir. Una mossa che ha inasprito la tensione tra le due potenze nucleari vicine e oggi il premier conservatore indiano, Narendra Modi, in un discorso alla nazione ha spiegato che la sua decisione è stata necessaria perché "il Pakistan ha usato lo status di autonomia come strumento per la diffusione del terrorismo".
Islamabad, che ha già deciso la sospensione degli scambi commerciali e il declassamento delle relazioni con l'espulsione dell'ambasciatore indiano e il ritorno in patria del suo rappresentante a New Delhi, e di sospendere gli scambi commerciali, ha annunciato oggi una nuova rappresaglia: la sospensione dell'unica linea ferroviaria tra i due Paesi, la Samjhauta Express tra Lahore e New Delhi, nota come l'Espresso dell'Amicizia, attiva dal 1976 e già oggetto di reciproche ritorsioni nei momenti di massima tensione. Al momento però un portavoce delle ferrovie indiane, Deepak Kumar, ha assicurato che la linea è ancora operativa.
Altre iniziative sono in via di valutazione per colpire altri settori, tra cui quello della cultura indiana, ha rivelato un assistente speciale del premier pakistano, Imran Kahn, spiegando in un tweet che "non saranno piu' proiettati film pakistani di qualsiasi genere nei cinema indiani". In realtà la proiezione delle pellicole pakistane nei cinema indiani era già vietata dallo scorso febbraio in seguito a una crisi cominciata con l'uccisione di 40 miliziani indiani in un attacco kamikaze nella zona del Kashmir controllata da Delhi.
Il ministro degli Esteri pakistano, Shah Mehmood Qureshi, ha assicurato che Islamabad non intende ricorrere all'opzione militare, ma preferisce la via politica, diplomatica e legale" e per questo "abbiamo deciso di tornare al Consiglio di sicurezza dell'Onu per sfidare la posizione indiana che e' moralmente sbagliata".
Ma al momento l'avvio di un dialogo tra le due potenze è ipotesi lontana, la decisione di Islamabad di ridimensionare le relazioni diplomatiche e sospendere le relazioni commerciali bilaterali non ha smosso il governo indiano, che ha ribadito come l'abrogazione dello statuto speciale sul Kashmir dalla Costituzione sia "un affare interno all'India".
Nel frattempo New Delhi non allenta la morsa sulla regione contesa a maggioranza musulmana: secondo quanto riferito dai media locali, nelle ultime ore i servizi hanno arrestato 560 persone nel Kashmir indiano a Srinagar, Baramulla e Gurez, per prevenire altre violenze.