Nell’altissima giungla di grattacieli di Manhattan una bella vista è tra i beni più costosi sul mercato. Lo sanno bene i condòmini di un 12 loft di un edificio di Chelsea che appena hanno saputo che presto un nuovo palazzo sarebbe sorto davanti al loro oscurando la vista dell’Empire State Building si sono ribellati. Nessuna protesta al comune, né marce di quartiere, l’approccio dei proprietari dei loft è stato alternativo e poco convenzionale: offrire 11 milioni di dollari al costruttore per procedere con i lavori. Affare fatto.
I proprietari hanno adottato una tipica strategia dei costruttori e capovolgendola: in pratica hanno acquisito gli air rights sulla proprietà vicina, come si fa quando si devono realizzare edifici più alti di quanto consentito. Insomma una specie di diritto di soprelevazione. Ma loro, i proprietari dei loft dell’edificio a forma di L tra la Settima Avenue e la 17ima West, non hanno alcuna intenzione di costruire, ma solo di proteggere la vista dalle loro case.
“Spesso le persone pagano cifre astronomiche per assicurarsi dei beni ma è la prima volta che sento parlare di così tanto denaro per un lusso intangibile come la vista”, ha commentato al New York Times Jordan Barowitz, vice presidente degli affari pubblici della Durst Organization, a una società di immobiliare.
L’accordo è stato stipulato nel 2016 ma nessuno finora lo aveva mai reso noto. “È stato costoso”, ha dichiarato John R. Muse, 68, investitore texano e proprietario di uno dei loft. “Non dico proibitivo, ma costoso”.
Non tutti hanno pagato la stessa quota: i piani intermedi hanno pagato meno rispetto a chi è più in alto, mentre al piano terra non è stato chiesto nulla. Muse, che non ricorda di preciso a quanto è ammontata la spesa, ha pagato più o meno 1 milione di dollari. Di sicuro tutti i condòmini del famoso edificio a L , che da decenni ospita artisti, pittori e celebrità, possono permettersi la spesa.
Tutti tranne uno - almeno a quel tempo -: Thomas Levine, 73, un pittore che ha vissuto all’ottavo piano per 20 anni fino allo scorso mese, quando ha venduto l’immobile. Levine ha ottenuto un prestito da un vicino. “Appena saputo del nuovo edificio ci siamo mossi in fretta”, ricorda Levine. “In una settimana il piccolo gruppo aveva fatto la sua proposta sull’acquisto degli air rights. All’inizio il costruttore chiedeva molto di più, ma alla fine è stato raggiunto l’accordo per gli 11 milioni di dollari”. “Abbiamo valutato pro e contro, ma tutti abbiamo realizzato cosa è che volevamo: la vista, la luce, il valore”.
I proprietari dei loft non sono i primi ad aver portato a casa un accordo simile. Già anni fa i vicini della Zen Studies Society sulla 67ima est hanno comprato gli air rights per 3,25 milioni di dollari per paura che il centro costruisse in futuro oscurando loro la vista.