Per il filosofo francese Pascal Bruckner si è trattato “di uno dei giorni più umilianti della storia del Parlamento francese”. Il riferimento esplicito e diretto dell’intellettuale parigino, in una breve intervista all’edizione cartacea de la Repubblica, è all’invito che un gruppo di parlamentari francesi ha fatto alla giovane paladina del clima, Greta Thunberg di parlare all’Assemblée Nationale.
Così l’intervento della giovane ecologista svedese ha infiammato il dibattito nazionale: “Guru apocalittica”, “Nobel della paura” sono state alcune tra le definizioni assai poco lusinghiere. Il delfino di Le Pen, Jordan Bardella, ha anche accusato Greta di voler promuovere una “dittatura dell’emozione facendo credere che siamo alla fine del mondo”. “Se vuoi cambiare il mondo, Greta, vai a scuola” è sbottata la deputata Valérie Boyer a proposito dell’anno sabbatico che Thunberg, 16 anni, prenderà da settembre per dedicarsi alla sua battaglia politica.
E alcuni deputati della destra hanno deciso di boicottarne l’audizione si può leggere in una corrispondenza su la Repubblica. Il volto di Thunberg campeggiava dalla copertina del settimanale dell’ultradestra Valeurs Actuelles con il titolo: “Gli eco-ciarlatani”. Lei, impassibile e anche impermeabile alle critiche e agli attacchi, s’è rivolta così ai deputati nell’aula parlamentare: “Non avete il dovere di ascoltare noi, dopotutto siamo soltanto bambini. Ma avete il dovere di ascoltare gli scienziati, ed è ciò che vi chiediamo”.
Il caso o il destino ha poi voluto “che la visita dell’attivista svedese sia avvenuta in piena nuova ondata di calore in Francia, con restrizioni idriche in diverse regioni, a pochi giorni della sostituzione del ministro dell’Ambiente”, si legge nella cronaca del quotidiano italiano, e proprio nel giorno in cui i deputati dell’Assemblea Nazionale “hanno anche ratificato l’accordo di libero scambio col Canada (Ceta), particolarmente criticato in Francia per le sue implicazioni climatiche ed ambientali”. Che Greta ha così commentato nel concludere il suo intervento: “Il più grande pericolo è quando politici e aziende fanno finta di agire ma in realtà non fanno nulla“.
Ma per il filosofo Bruckner, invece, Greta non è altro che “il simbolo di un nuovo ‘infantilismo climatico’”. E poi si scaglia contro il fatto “che i deputati francesi, ma anche leader come Macron e Merkel, pendano dalle labbra di una ragazzina in braghe corte è una clamorosa umiliazione della politica, nel senso più nobile del termine”. Perché il suo messaggio “è semplicistico” come se bastasse “smettere di prendere l’aereo o diventare tutti vegani per risolvere la situazione”. “Se fosse così facile – aggiunge Bruckner – non saremmo arrivati a questo punto”.
Secondo il filosofo Greta oggi è diventata addirittura “un oggetto di culto” e intorno a lei si è creato “un fenomeno religioso” di cui non si può dubitare e non si può mettere in discussione. E lui è convinto che la ragazza sia “strumentalizzata dagli adulti” e che “ripeta a pappagallo cose dette da altri”. Ciò che sciocca Bruckner, ad esempio, è vedere Greta che “si mette a piangere o tenta di toccare le corde più sensibili per colpire le coscienze, usando anche la sua malattia. È pura manipolazione” dice.
Se fosse stato per lui avrebbe boicottato l’audizione della ragazza all’Assemblea e si dispiace per il fatto che le contestazioni sono venute solo dalla destra e dall’estrema destra mentre si aspettava che la sinistra “fosse più rigorosa su un tema così delicato” come quello del riscaldamento climatico. Il suo è dunque “infantilismo climatico”, un “approccio sbagliato oltreché impraticabile”. Cioè “lo stesso “che abbiamo visto con i gilet gialli che sono scesi in piazza per pochi centesimi di euro di aumento sulla benzina”.