I migranti soccorsi nel Mediterraneo devono sbarcare nel porto più vicino. Quindi Italia. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron all'Eliseo a margine dell'incontro informale dei ministri dell'Interno di alcuni Paesi Ue.
"Dobbiamo rispettare le norme umanitarie internazionali e le norme del diritto marittimo. Quando una barca si trova in acque internazionali o ha lasciato le acque libiche e si prende cura dei rifugiati, deve trovare rifugio nel porto sicuro più vicino. La regola è una necessità giuridica e pratica e non chiederemo a queste barche di correre rischi e di mettere a rischio donne e uomini che necessitano di protezione".
In tarda serata il presidente francese ha pubblicato alcuni tweet rinforzando il suo messaggio: "Non possiamo restare senza fare nulla quando migliaia di uomini, di donne e bambini che hanno lasciato tutto, cadono nelle mani di trafficanti di esseri umani. Non possiamo lasciarli senza altra scelta che i bombardamenti in Libia o il naufragio nel Mediterraneo". E ancora: "Dobbiamo perseguire una politica umana efficace che corrisponda ai nostri principi, senza seguire una politica di lassismo. Garantire che quando una nave salva i migranti nel Mediterraneo, si organizza un rapido sbarco in un porto vicino, ma anche una solidarietà europea nella cura delle persone salvate. I paesi di sbarco non dovrebbero essere gli unici responsabili di questo sforzo"
Un meccanismo di solidarietà
Quattordici paesi europei, tra cui otto "attivamente", hanno concordato di attuare un "meccanismo di solidarietà" per distribuire i migranti salvati nel Mediterraneo, ha annunciato ancora l'inquilino dell'Eliseo. "In linea di principio, 14 Stati membri in questa fase hanno accettato il documento franco-tedesco, di cui 14 hanno registrato attivamente la loro partecipazione", ha detto il presidente francese dopo aver ricevuto all'Eliseo l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) Filippo Grandi e il direttore generale dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM) Manuel de Carvalho Ferreira Vitorino. Gli otto paesi "attivi" sono Francia, Germania, Portogallo, Lussemburgo, Finlandia, Lituania, Croazia e Irlanda, ha affermato la presidenza senza specificare gli altri sei.
Durante l'incontro il presidente francese aveva attaccato l'Italia per l'assenza di Salvini: "Non si guadagna mai nulla non partecipando". pronta la risposta del ministro dell'Interno: "L'Italia ha rialzato la testa, non prende ordini e non fa la dama di compagnia: se Macron vuole discutere di immigrati venga pure a Roma".
A margine della riunione di Parigi, in conferenza stampa, è intervenuta anche l'ong Sos Méditerranée che ha annunciato che la sua nuova nave di soccorso con Medici senza frontiere (Msf), l'Ocean Viking, sarà operativa "nel corso del mese di agosto" nel Mediterraneo centrale. "Non lo faremo per niente, sarà difficile e avremo bisogno di sostegno e buona volontà. Non possiamo fare tutto da solo su una nave mentre cercheremo di salvare vite", ha dichiarato Joanne Liu, presidente di Msf International.
Nel ricordare che ogni giorno in mare costa 14 mila euro, le due ong hanno lanciato un appello a donazioni "indispensabili per sostenere questa nave cittadina". "Il soccorso in mare non significa soltanto salvare persone, ma si tratta di farle sbarcare in un porto sicuro, che è la posta in gioco oggi. Grecia e Italia sono rimaste indietro nell'assumersi queste responsabilità.
"Il vertice di oggi a Parigi deve consentire una condivisione di queste responsabilità", hanno sottolineato i rappresentanti della Ong. "Non forzeremo le acque territoriali italiane ma rifiuteremo di sbarcare la gente in Libia, nel rispetto del diritto internazionale marittimo", ha aggiunto Louise Guillaumat, vicedirettrice delle operazioni di 'Sos Mediterranée.