Dopo tre settimane di interruzione di internet, decretato dai militari per arginare le proteste dei cittadini, in Sudan c'è solo un uomo che riesce a connettersi alla rete. È l'avvocato Abdel-Adheem Hassan che è tornato a navigare grazie alla causa vinta contro l'operatore Zain Sudan, che ha attuato l'ordine di interruzione del servizio decretato dalla giunta militare al potere.
Hassan ha annunciato la sua vittoria legale alla BBC, precisando di essere per ora "l'unico beneficiario della decisione della magistratura" in quanto ha fatto causa solo a titolo personale. Ma il tenace avvocato si è impegnato a tornare oggi stesso in tribunale per ottenere lo stesso diritto per tutti i sudanesi, promettendo che entro il fine settimana "un milione di persone avrà nuovamente accesso alla rete".
Nella causa intentata personalmente, Hassan ha argomentato davanti ai giudici che "l'operatore non aveva fatto recapitare alcuna comunicazione scritta agli utenti prima di scollegare i cavi internet", quindi in violazione del contratto stipulato. Oltre al disagio nella vita quotidiana, secondo l'avvocato sudanese il blocco di internet rappresenta "un crimine nonché una violazione dei diritti umani internazionali".
A chiedere la fine della chiusura dei servizi internet, ma soprattutto della repressione brutale contro i manifestanti e l'accesso degli osservatori, è stato l'Alto commissario per i diritti umani, la cilena Michelle Bachelet, nel discorso inaugurale pronunciato martedì in apertura del Consiglio Onu a Ginevra.
L’esercito sudanese ha preso il potere l’11 aprile dopo aver rimosso dal suo incarico il presidente Omar al-Bashir, dopo mesi di proteste e disordini. Il Consiglio militare di transizione è composto da sette membri, guidato dal generale Abdel Fattah Abdelrahman Burhan.