Nell'ultimo anno, nelle spiagge di tutto il mondo, sono comparse centinaia di scarpe mai indossate e consumate dall'azione prolungata dell'acqua. Non si tratta di un fenomeno circoscritto: dalle Bermuda alle Bahamas, dalla Cornovaglia alle isole Orcadi. Gli avvistamenti, come racconta la BBC, si sono così moltiplicati da far pensare ad un'unica provenienza.
La denuncia è partita dall'Isola di Flores, nell'arcipelago delle Azzorre, dove Gui Ribeiro ha cominciato a notare gli oggetti coperti dalla sabbia e abbandonati lungo le spiagge. Era settembre 2018. Scarpe da ginnastica, infradito, modelli sportivi ed estivi. Stessi marchi, stesso stile. Molte appartenenti alla Nike. Un po' troppe per essere solamente frutto dell'inciviltà o della sbadataggine di turisti e abitanti. In pochi mesi Ribeiro ne ha raccolto più di 60 paia.
Ad Aprile, in Cornovaglia, nel sud del Regno Unito, accade qualcosa di simile. Tracey Williams, percorrendo i chilometri di bagnasciuga trova le stesse scarpe. Anche qui in maniera troppo frequente per pensare a una semplice casualità o coincidenza. Liam McNamara, che vive in Irlanda nella Contea di Clare, ha affermato di averne trovate più di 100. In rete, poi, si moltiplicano le segnalazioni di i ritrovamenti. Tutti in luoghi lontanissimi tra loro. Come Bermuda, Bahamas, Francia.
Ribeiro, navigando su Internet, trova un riferimento che sembra svelare il mistero. Le calzature potrebbero provenire da una nave, la Maersk Shangai, che ha perso parte del carico durante una tempesta mentre viaggiava da Norfolk, in Virginia, a Charleston, nella Carolina del Sud. Si tratta di una nave di oltre 300 metri, capace di trasportare oltre 10 mila container. Durante l'incidente, circa sette di quei container sono affondati dopo essere finiti fuori bordo. E contenevano materiale riconducibile ai ritrovamenti. Secondo il sito inglese ognuno di questi poteva contenere circa 10 mila scarpe da ginnastica: vorrebbe dire che nel mare ce ne sarebbero 700 mila.
Zodiac Maritime, proprietaria della nave, non ha voluto commentare la vicenda. Stessa linea è stata scelta dalla Nike. Altri due marchi in questione, Triangle e Great Wolf Lodge, hanno invece confermato che i prodotti recuperati sono compatibili da quelli trasportati dalla Maersk Shangai. Secondo Lauren Eyles, membro della Marine Conservatory Society, non è un fenomeno da sottovalutare: "Di qualunque cosa si tratti è sicuro l'impatto negativo che avrà sulla fauna marina". Le scarpe si trasformeranno in micro-plastica e ci vorrà moltissimo tempo per smaltirle.
Le compagnie di navigazione, ad oggi, devono segnalare la perdita dei solo se questi rappresentino un pericolo per altre navi o se includono sostanze ritenute "dannose per l'ambiente marino", come sostanze chimiche corrosive o tossiche. Non ci può quindi essere certezza totale sulla provenienza degli oggetti. Se fosse confermata, però, potrebbe anche fornire un elemento positivo: i ritrovamenti delle scarpe, studiando luogo e tipologia,sarebbero in grado di dare preziose informazioni sul ruolo svolto dalle correnti marine. Un piccolo risvolto positivo di fronte a un fenomeno che desta grande preoccupazione.