Il rover Curiosity della Nasa ha rilevato su Marte un'alta quantità di metano nell'aria, un gas che sulla terra è solitamente prodotto dagli essere viventi. Per questo i ricercatori che hanno visto i primi dati, relativi a mercoledì e ricevuti giovedì, sono rimasti entusiasti. Al punto da cambiare il programma di lavoro del rover per concentrarsi meglio già nelle prossime ore su queste rilevazioni.
Lo scrive il New York Times che sottolinea che la Nasa non ha ancora ufficialmente comunicato nulla. I risultati delle nuove analisi arriveranno martedì 25 e probabilmente si avrà qualche ulteriore dato per comprendere meglio il fenomeno e capire se effettivamente anche sul Pianeta Rosso il gas è prodotto da forme di vita nel sottosuolo.
Il metano, se davvero ce n'è nella rarefatta aria marziana, è una presenza significativa, perché la luce solare e le reazioni chimiche ne spezzano le molecole entro pochi secoli e quindi quello rilevato deve essere stato rilasciato relativamente di recente.
Sulla Terra, i microbi noti come metanogeni prosperano in luoghi privi di ossigeno, come nelle rocce sottoterra e nei tratti digestivi degli animali, e liberano il metano come prodotto di scarto. Tuttavia anche reazioni geotermiche non biologiche possono generare metano. È anche possibile che il metano risalga a moltissimo tempo fa e, intrappolato all'interno di Marte per milioni di anni, sfugga periodicamente attraverso fessurazioni nel suolo.
Gli scienziati hanno riportato per la prima volta la presunta presenza di metano su Marte 15 anni fa usando misurazioni dal Mars Express, un'astronave orbitante costruita dall'Agenzia spaziale europea e che è tuttora in funzione, così come dai telescopi sulla Terra. Tuttavia, queste scoperte erano al limite del potere di rilevamento di questi strumenti e molti ricercatori pensavano che il metano potesse essere solo un miraggio creato dalla lettura di dati errati.
Quando Curiosity arrivò su Marte nel 2012, cercò il metano e non trovò nulla, o almeno meno di 1 parte per miliardo nell'atmosfera. Poi, nel 2013, rilevò un picco improvviso, fino a 7 parti per miliardo, che è durato almeno un paio di mesi.
Gli scienziati hanno sviluppato una tecnica che ha consentito al rover di rilevare quantità ancora minime di metano con i suoi strumenti esistenti. La quantitò di gas sembra variare in base alle stagioni del pianeta rosso. Una nuova analisi delle vecchie letture di Mars Express ha confermato i risultati del 2013 di Curiosity e il giorno dopo che Curiosity ha riportato un picco di metano, registrato anche dall'orbiter che passava sopra la posizione diel rover.
Ma il Trace Gas Orbiter, un nuovo veicolo spaziale europeo lanciato nel 2016 con strumenti più sensibili, non ha rilevato alcuna traccia di metano nella sua prima tranche di osservazioni lo scorso anno.
Marco Giuranna, scienziato dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, cordina le misurazioni del metano dell'orbiter di Mars Express e ha confermato che detto che gli scienziati a capo delle missioni Curiosity, Mars Express e Trace Gas Orbiter hanno discusso degli ultimi risultati. Tuttavia è stato cauto sulla lettura di 21 parti per miliardo, aggiungendo che si tratta pur sempre di un risultato preliminare.
Mars Express, ha detto, ha orbitato sul cratere di Gale, la depressione larga 150 km analizzata da Curiosity, lo stesso giorno in cui il rover ha fatto le sue misurazioni. Questi dati, uniti a quelli di osservazioni precedenti e successive costituiscono "un sacco di materiale da elaborare. Avrò alcuni risultati preliminari entro la prossima settimana".