Lo stupro da piccola l'aveva segnata: da adolescente ha sofferto di disordine da stress post-traumatico, depressione e anoressia. Una vita troppo difficile per essere vissuta. Così la 17enne Noa Pothoven ha scelto di morire. In Olanda l'eutanasia è legale dal 2002, e possono accedervi anche ragazzini giovanissimi, dai 12 anni in poi, ma le condizioni sono molto stringenti: un medico deve attestare che la sofferenza del paziente sia insopportabile, senza alcuna speranza di cambiamento.
La giovane è riuscita a convincerlo e domenica è morta nel suo letto nella cittadina di Arnhem, con l'aiuto di una clinica specializzata. Con un ultimo messaggio su Instagram, ha chiesto ai suoi follower di non cercare di farle cambiare idea. "In questo caso, amare è lasciare andare", ha scritto.
"Forse sarà una sorpresa per alcuni, visti i miei post sul ricovero, ma il piano è nella mia testa da tanto tempo e non è una scelta impulsiva. Vado dritta al punto: entro dieci giorni al massimo, morirò. Dopo anni di battaglie, sono prosciugata. Ho smesso di mangiare e bere da un po' ormai, e dopo molte discussioni e valutazioni, è stato deciso di lasciarmi andare perché le mie sofferenze sono insopportabili".
Dopo la sua esperienza drammatica, Noa aveva scritto un libro 'Winning or Learning' sulla sua lotta contro i disturbi che la tediavano dopo lo stupro subito da piccola. L'aveva scritto per aiutare altri giovani in condizioni di vulnerabilità in un Paese che non ha istituti specializzati o cliniche dove recarsi per ricevere sostegno psicologico. Nel suo ultimo messaggio ha lasciato il suo testamento: "Respiro, ma non mi sento più viva".