Pompieri al lavoro in Israele per cercare di spegnere un'ondata di incendi che da ieri devastano il centro del Paese e la zona intorno a Gerusalemme. La situazione, aggravata dalle condizioni meteo secche e calde, rischia di precipitare: già decine di case che sono già state mangiate dal fuoco, costringendo all'evacuazione di circa 3.500 persone.
Prende piede l'ipotesi di dichiarare l'emergenza nazionale: le autorità sono preoccupate dai picchi di calore previsti per la giornata, in alcune zone tra Gerusalemme e Tel Aviv ci si aspetta che le temperature raggiungano i 43 gradi mentre al Mar Morto e nella Valle del Giordano potrebbero arrivare fino a un massimo di 48. A questo si aggiunge la minaccia che viene dalla Striscia di Gaza da dove il venerdì, tradizionale giornata di proteste, vengono spesso lanciati palloni incendiari.
I primi focolai sono scoppiati ieri nella foresta di Ben-Shemen, fuori Modiin, nella zona centrale del Paese e in altre comunità a ovest di Gerusalemme. Pompieri sono accorsi da tutto il Paese e oggi dovrebbero arrivare aiuti da Italia, Grecia, Cipro e Croazia che hanno risposto all'appello del premier Benjamin Netanyahu. Un po' di sollievo è atteso per sabato quando le temperature dovrebbero scendere a livelli più sostenibili, anche se sempre più alte della media.