Quasi un milione di scarpe e 370 mila spazzolini da denti sono stati ritrovati tra i 414 milioni di rifiuti di plastica che la corrente del mare ha accumulato sulle sponde delle isole Cocos, nell’Oceano Indiano. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato giovedì su Scientific Reports, secondo cui le Keeling (questo l’altro nome delle isole che entrano nel territorio australiano) sono casa di circa 500 persone e di 238 tonnellate di plastica.
L’arcipelago composto da 27 isole è descritto come “l’ultimo paradiso” dell’Australia. Ma da qualche tempo l’eden è contaminato. La maggior parte dei rifiuti trovati sulle isole comprendono tappi di bottiglia, scarpe, sandali, cannucce, spiega alla CNN Jennifer Lavers, eco-tossicologa dell’università della Tasmania e a capo dello studio.
“L'inquinamento plastico è ormai onnipresente nei nostri oceani, e le isole remote sono il luogo ideale per ottenere una visione obiettiva del volume di detriti di plastica che circonda il globo", ha spiegato Lavers in un comunicato stampa. Quanto alle Cocos, la quantità di rifiuti registrata non è realistica in quanto - spiega la ricercatrice - il calcolo si ferma a 10 centimetri di profondità.
Annett Finger, ricercatrice della Victoria University e coautrice dello studio, ha dichiarato che solo nel 2010 12,7 milioni di tonnellate di plastica sono finite negli oceani di tutto il mondo. A volerli contare, “si parla di 5,25 miliardi di pezzi di detriti di plastica oceanica”.
"L'inquinamento plastico è una minaccia ben documentata per la fauna e il suo potenziale impatto sulla salute dell'uomo è oggetto di studio della ricerca medica", ha affermato Finger. "L'unica soluzione praticabile è ridurre la produzione e il consumo di plastica migliorando allo stesso tempo la gestione dei rifiuti per impedire che questo materiale entri nei nostri oceani".