Mercoledì 26,7 milioni di sudafricani sono attesi alle urne per eleggere i membri del Parlamento nazionale e delle assemblee provinciali in quella che rappresenta la sesta votazione dall'avvento della democrazia, a 25 anni dalla fine del regime segregazionista dell'apartheid. Grande favorito alle legislative è l'Anc (African National Congress), che dovrebbe ottenere una solida maggioranza in parlamento anche per i prossimi 5 anni, aprendo la strada alla riconferma del presidente uscente Cyril Rampahosa, 66 anni, subentrato nel dicembre 2017 all'ex capo di Stato destituito Jacob Zuma, impelagato in diversi processi per corruzione.
Ramaphosa spera di riconquistare consensi persi durante le ultime votazioni, sulla scia di scandali che hanno travolto Zuma e alti dirigenti, ma anche a fronte dell'alta disoccupazione (al 27%) e delle enormi disparità sociali. Alle legislative del 2014 l'Anc ottenne il 62,2% dei voti, contro il 70% di dieci anni prima, mentre alle amministrative del 2016 non superò il 55%, perdendo più di 10 punti percentuali rispetto al 2006. In base agli ultimi sondaggi, l'Anc dovrebbe raggiungere tra il 54 e il 61% delle preferenze.
Lo storico partito anti-apartheid sudafricano dovrà fare i conti con il diretto rivale, l'Alleanza democratica, il partito liberale del giovane Mmusi Maimane, 38 anni, originario di Soweto, forte soprattutto nella zona occidentale del Paese, che gode di un consenso valutato tra il 15 e il 22% dei sudafricani. L'Anc dovrà anche misurarsi con la sinistra radicale dei Combattenti per la libertà economica (Economic Freedom Fighters, Eff) - guidati da Julius Malema, 38 anni, ex capo della Lega giovanile dell'Anc - in rapida ascesa, terza forza politica del Sudafrica nel 2014, solo nove mesi dopo la sua creazione. Gli ultimi sondaggi la danno tra l'11 e il 15% delle intenzioni di voto, un potenziale raddoppio del risultato ottenuto cinque anni fa.
Sia Maimane che Malema sperano di ottenere l'appoggio di elettori storici dell'Anc, delusi dal partito fondato dall'eroe della lotta all'apartheid e Nobel della Pace, Nelson Mandela, eletto presidente del Sudafrica democratico proprio 25 anni fa, il 12 maggio 1994.
Come funziona il voto
Le elezioni a turno unico e con sistema proporzionale segneranno il rinnovo del mandato dei 400 membri dell'Assemblea nazionale, la camera bassa del Parlamento, attualmente dominata dall'Anc con 249 deputati. Gli aventi diritto, attesi alle urne dalle ore 7 alle 21, sono chiamati a votare per uno dei 48 partiti in lizza e non per un candidato. Ogni formazione politica può presentare metà dei suoi candidati su una lista nazionale e l'altra metà sulle liste provinciali. I deputati eletti sono quelli iscritti sulle liste, nel rispetto dell'ordine di inserimento già stabilito, in funzione del risultato ottenuto dal proprio partito. I primi risultati sono attesi già per giovedì e quelli ufficiali sono previsti per sabato.
Entro 30 giorni dal voto il Parlamento dovrà eleggere il capo dello Stato nei ranghi del partito che avrà conquistato il maggior numero di seggi. La prima sessione della nuova Assemblea nazionale è convocata per il 22 maggio e dovrebbe prestare giuramento il 25.
Sul versante delle elezioni provinciali, i sudafricani designeranno invece i nuovi membri delle nove assemblee corrispondenti alla suddivisione amministrativa del Paese: le province di Capo orientale, Capo occidentale, Capo del Nord, Stato libero, KwaZulu-Natal, Limpopo, Mpumalanga e Nord-Ovest. Ciascuna di queste assemblee è costituita da 30 a 80 membri, in base al peso elettorale di ogni provincia, che hanno come compito la votazione delle leggi locali. Tra 21 e 36 partiti sono in lizza alle votazioni di mercoledi'.
Quattro eletti di ciascuna assemblea provinciale saranno anche chiamati a sedersi nella camera alta del Parlamento, il Consiglio nazionale delle province. Crescenti disuguaglianze sociali, rilancio dell'economia, disoccupazione giovanile, lotta alla corruzione e alla criminalità endemica, riforma agraria e violenze xenofobe ai danni di cittadini di altri Paesi africani immigrati in Sudafrica sono stati i temi centrali della campagna elettorale.
Nonostante una classe media sempre più numerosa, la potenza economica sudafricana registra un 20% di famiglie nere che vive ancora in condizioni di estrema povertà, rispetto al 2,9% delle famiglie bianche. Inoltre, secondo la Banca Mondiale, tra il 2011 e il 2015 almeno 3 milioni di sudafricani sono finiti in condizioni di povertà.