Articolo aggiornato alle ore 13,00 del 4 maggio 2019.
Tragedia sfiorata in Florida: un Boeing 737 della Miami Air International in arrivo dalla base militare americana di Guantanamo a Cuba, con a bordo 136 passeggeri e 7 membri dell'equipaggio, è uscito fuori pista finendo nel fiume ma fortunatamente ne sono usciti tutti vivi. In 21 sono stati portati in ospedale, però in buone condizioni.
Un atterraggio d'emergenza che poteva trasformarsi in una tragedia ma che invece è stato un miracolo, ha sottolineato Tom Francis, comandante di una delle squadre di soccorsi arrivate sul posto. Almeno una cinquantina i pompieri che sono stati coinvolti nelle operazioni di salvataggio. L'ufficio dello sceriffo di Jacksonville ha fatto sapere con un tweet che l'aereo "non e' stato sommerso e che tutti i passeggeri sono vivi".
L'aereo è partito ieri sera con quattro ore di ritardo ed è atterrato a Jacksonville cadendo però nel fiume St. Johns al termine della pista. Il viaggio era stato turbolento, ha riferito un passeggero, l'avvocato Cheryl Bornmann, che ha parlato di tuoni e fulmini lungo la rotta dall'isola caraibica. "Abbiamo avuto un atterraggio davvero duro, l'aereo è rimbalzato, facendo rumore, ed è rimbalzato di nuovo... era chiaro che il pilota non aveva il controllo totale dell'aereo, è stato terrificante", ha raccontato.
"Eravamo nell'acqua, non sapevamo dire dove fossimo, se in un fiume o nell'oceano, pioveva, e c'erano tuoni e fulmini. E siamo rimasti sull'ala per un po'", prima che arrivassero i pompieri e con una zattera d'emergenza venissero evacuati.
La Miami Air International è una compagnia aerea di charter che assicura i collegamenti due volte a settimana con la base americana di Guantanamo, partendo dalla base di Norfolk, in Virginia, facendo sosta a Jacksonville e arrivando sull'isola di Cuba ogni martedì e venerdì. A bordo, militari ma anche familiari, contractor e altri civili.