L'autoproclamato presidente ad interim del Venezuela, Juan Guaidò, riconosciuto da una cinquantina di Paesi, ha lanciato un appello ad una rivolta militare in un video che lo mostra in una base aerea a Caracas, circondato da soldati armati. Immediata la replica del governo di Nicolas Maduro: "È in atto un tentativo di golpe, lo stiamo sventando", ha detto il ministro della Comunicazione, Jorge Rodriguez.
Il governo parla di un "piccolo gruppo di soldati traditori" che si sono posizionati - ha aggiunto il ministro - "nella zona di Altamira per promuovere un colpo di stato contro la Costituzione e la pace della Repubblica".
"A questo tentativo si è unita la destra estrema golpista e assassina che da mesi aveva annunciato la sua agenda violenta", ha proseguito Rodriguez, "chiediamo alle persone di rimanere in allerta in modo che, insieme alla gloriosa Forza Armata Nazionale Bolivariana, sconfiggeremo il tentativo di golpe e preserveremo la pace".
Un colonnello è stato ferito da un proiettile durante i disordini davanti alla base aerea da dove è partita la rivolta. Yerzon Jiménez Baez è stato ferito da un proiettile all'altezza del collo mentre percorreva l'autostrada Francisco Fajardo davanti alla base aerea La Carlota dove i blindati militari dell'esercito hanno tentato di investire i manifestanti. Uno dei veicoli ha azionato gli idranti, poi si è diretto a tutta velocità verso la folla, prima di fermarsi improvvisamente. Un altro blindato ha fatto altrettanto, mentre in un video sul sito della Bbc si vede un veicolo sfrecciare in mezzo ai manifestanti. Immediatamente dopo, le immagini mostrano un corpo a terra.
"Non è un colpo di stato"
Il sollevamento "non è un colpo di Stato" bensì di "processo costituzionale e democratico" ha detto Carlos Vecchio, inviato di Guaidò negli Usa. "Arriveranno nuovi eventi, questo è l'inizio della fine" per il governo Maduro, ha aggiunto il rappresentante a Washington del leader dell'opposizione. "Chiediamo ai venezuelani di rimanere per strada", ha detto ancora Vecchio parlando con i giornalisti nella capitale americana, pur riconoscendo la confusione e la "difficoltà" di informarsi alla luce della "censura" imposta da Maduro. Pertanto, Vecchio invita "la comunità internazionale ad aumentare la pressione" per facilitare il processo di transizione
Chavisti a raccolta nel palazzo presidenziale
Il presidente dell'Assemblea costituente venezuelana, Diosdado Cabello, ha chiamato i sostenitori chavisti a raccolta nel palazzo presidenziale di Miraflores a Caracas dopo l'appello alla rivolta lanciato dall'autoproclamato presidente a interim, Juan Guaidò.
"Ora siamo schierati e invitiamo tutto il popolo di Caracas a venire qui a Miraflores (...) Vediamo cosa possono fare contro il nostro popolo", ha detto Cabello parlando alla tv di stato Vtv. Cabello ha definito uno "spettacolo grottesco" l'azione di Guaidò, che ha assicurato di avere i militari dalla sua parte. Secondo Guaidò, "la famiglia militare di un tempo si è fatta da parte" e si è unita a lui per "arrivare alla cessazione definitiva dell'usurpazione".
"Tutto sotto controllo", assicura la Difesa, ma siamo pronti a usare le armi
Il ministro venezuelano della Difesa, Vladimir Padrino, ha assicurato che la situazione è sotto controllo e che tutto funziona con "normalità". "Respingiamo questo movimento golpista. Gli pseudo leader politici che si sono posti in prima linea in questo movimento sovversivo hanno usato truppe e polizia con armi da guerra su una strada pubblica della città per creare ansia e terrore", ha aggiunto il ministro, assicurando che la Fuerza Armada Nacional Bolivariana (Fanb), l'istituzione militare al servizio della Difesa "resta ferma nella difesa della Costituzione". Le Forze armate bolivariane "faranno uso delle armi se si rendera' necessario per fermare la sommossa militare" di cui "è il capo" Guaidò.
Il gruppo di politici e militari in rivolta contro il governo venezuelano è in comunicazione con esponenti di primo piano del governo Maduro, ha assicurato l'oppositore Leopoldo Lopez, da poco liberato.
Davanti alla base militare venezuelana La Carlota, da dove Guaidò ha lanciato il suo appello, almeno una persona sarebbe rimasta ferita per cause ancora da accertare. Unità militari venezuelane hanno lanciato gas lacrimogeni contro i manifestanti radunati nell'area, i quali hanno reagito con un lancio di sassi, e almeno in un episodio avrebbero messo in fuga i militari.
Le reazioni internazionali
"Condividiamo le giuste aspirazioni del popolo venezuelano alla democrazia, siamo contro le dittature e reiteriamo la richiesta di nuove elezioni presidenziali, pianamente libere e legittimate dalla Comunità internazionale". ha detto il ministro degli Affari esteri, Enzo Moavero Milanesi. "Stiamo seguendo con la massima attenzione e in stretto contatto con l'Ambasciata a Caracas, che continua ad essere operativa, l'evoluzione degli eventi in Venezuela".
Il governo spagnolo fa sapere di "non sostenere alcun golpe militare" e ha chiesto di evitare "spargimenti di sangue" in Venezuela. Madrid chiede una soluzione pacifica, che includa la convocazione di elezioni.
Il presidente della Bolivia, Evo Morales, condanna "vigorosamente il tentativo di golpe in Venezuela", tentativo messo in campo - dice - dalla "destra sottomessa agli interessi stranieri". Morales si è detto convinto che il tentativo di Guaidò sarà un fallimento.
Dagli Usa, il senatore repubblicano, Marco Rubio, esorta "gli ufficiali militari" venezuelani a sostenere Guaidò, nel suo "sforzo per ripristinare la democrazia". "Questo è il momento di rispettare il giuramento costituzionale e difendere il legittimo presidente ad interim in questo sforzo per ripristinare la democrazia", ha scritto Rubio su Twitter.