Sono 704 i casi di morbillo diagnosticati negli Stati Uniti dall’inizio dell’anno, oltre metà dei quali a New York: è l’epidemia più grave registrata nel Paese dal 1994 quando i casi furono 963. Finora sono 66 le persone che sono state ricoverate, tra loro in 24 hanno contratto la polmonite. I dati sono stati rilasciati dalla Cdc, l’agenzia federale per il controllo e la prevenzione delle malattie. Nel 2014 c’era stata un’altra emergenza, ma in tutto l’anno i casi erano arrivati a 667. Tra i 704 casi registrati, il 71% (503) non era vaccinato e 336 sono bambini sotto i 5 anni di età.
All’emergenza reale si aggiunge anche la psicosi. Ieri sera un aereo della JetBlue, atterrato all'aeroporto Jfk di New York in arrivo da Santo Domingo, è stato trattenuto nello scalo in una specie di “quarantena” per permettere a un medico e alle autorità doganali di controllare i passeggeri uno per uno dopo che si era sparsa la notizia di un caso di morbillo a bordo. Alla fine sono stati fatti scendere tutti: l’allarme era scattato perché un ragazzino ebreo ortodosso (diverse famiglie erano di ritorno da una vacanza in coincidenza con la Pasqua ebraica) aveva addosso segni di puntura d’insetto scambiati per l’esantema del morbillo.
La JetBlue è stata accusata di aver schedato il ragazzino abusando della propria autorità. L’unica arma per impedire la diffusione è la vaccinazione. La città di New York continua a mantenere il divieto di accesso nei luoghi pubblici ai non vaccinati (i focolai maggiori sono a Brooklyn e a nord di Manhattan), mentre l’epidemia si è diffusa in New Jersey, Michigan, California e Stato di Washington, dove però l’emergenza è finita. Tra i contagiati, 44 casi sono stati importati direttamente da altri Paesi, in particolare Israele, Ucraina e Filippine.