La piazza algerina boccia anche il presidente a interim, Abdelkader Bensalah, che ha sostituito Abdelaziz Bouteflika, dopo vent'anni al potere. Per l'ottavo venerdì consecutivo migliaia di manifestanti si sono radunati nel centro della capitale, spinti dall'hashtag "se ne devono andare tutti": una protesta contro la nomina dell'ex presidente del Senato, un 77enne fedelissimo di Bouteflika, alla guida del Paese e la convocazione delle elezioni presidenziali per il prossimo 4 luglio.
La manifestazione nella capitale algerina è sfociata in scontri con la polizia. Nel centro della città si erano radunate migliaia di persone provenienti da tutto il Paese. La manifestazione ad Algeri si è conclusa in un clima di guerriglia urbana. Secondo il bilancio della polizia, che ha attribuito le violenze ad alcuni "infiltrati", 83 agenti sono rimasti feriti, tra loro quattro gravi, e 108 persone sono state arrestate. Diversi manifestanti hanno riportato ferite lievi e alcuni sono rimasti intossicati dai gas lacrimogeni. Almeno un'auto della polizia è stata data alle fiamme e diverse altre, private, sono state vandalizzate.
Le ragioni della protesta
Il timore di chi scende in piazza è che le prime elezioni dell'era post-Bouteflika non saranno abbastanza limpide da garantire la democrazia chiesta a squarciagola. Si manifesta non più contro la figura di Bouteflika ma contro l'apparato da lui rappresentato e il suo entourage di potere. Non convince neppure la costituzionalità del processo che ha portato Bensalah al ruolo di capo dello Stato ad interim, grazie al decisivo appoggio dell'esercito. "Il popolo è più grande della Costituzione", si legge in uno dei tanti striscioni esposti.
A minare la fiducia dei cittadini nel nuovo processo democratico vi è poi il ruolo da protagonista dell'esercito, guidato dal capo di stato maggiore, Ahmed Gaid Salah, che ha giudicato "irragionevole" una transizione al di fuori dell'attuale quadro istituzionale e ha promesso ai manifestanti che l'esercito garantirà "la trasparenza e l'integrità" delle elezioni.
Le nuove mobilitazioni hanno già portato qualche risultato. L'ex premier Ahmed Ouyahia, segretario generale del Rassemblement National Démocratique (Rnd), principale alleato del Fronte di liberazione nazionale (Fln) rimasto al potere per decenni in Algeria, non è nella rosa dei candidati. Per troppo tempo il suo volto è stato associato a quello di Bouteflika.