Mette in crisi i lavoratori giapponesi, rinomati per essere stacanovisti, il periodo di ferie eccezionale di dieci giorni decretato per celebrare la fine dell'era Akihito e l'incoronazione dell'imperatore Naruhito. Le ferie, che dureranno dal 27 aprile al 6 maggio, sono state approvate lo scorso dicembre dal Parlamento di Tokyo per festeggiare l'avvio del nuovo regno 'Reiwa': l'era di ordine e armonia, che segnerà l'ascensione al trono del principe ereditario Naruhito al posto del padre, l'attuale imperatore Akihito.
Invece di rallegrarsi alla prospettiva di un meritato riposo, l'avvicinarsi di una pausa "così lunga" (solo in parte coincidente con il tradizionale periodo di ferie a maggio, la 'Golden Week') inorridisce molti dei lavoratori giapponesi, preoccupati dalla perdita economica e che non sanno cosa fare con i figli, visto che anche le scuole rimarranno tutte chiuse. Ma preoccupati soprattutto perché molti non sanno cosa fare del tempo libero. Reazioni negative confermate da un sondaggio del quotidiano 'Asahi': il 45% degli intervistati sono "infelici" per queste vacanze forzate mentre solo il 35% si rallegra all'idea di fare una pausa.
Di norma, il popolo giapponese prende molto meno ferie rispetto a lavoratori di decine di altri Paesi in varie regioni del mondo, con una media di soli 10 giorni l'anno. E il 60% si sente in colpa quando utilizza ferie pagate. Ciononostante i tour operator giapponesi, tra cui la Nippon Travel Agency, hanno confermato un boom di prenotazioni per viaggi all'estero, in particolare in Europa, a partire dal 27 aprile, e lunghe liste di attesa di lavoratori in ferie. C'e' chi invece ha deciso di andare a visitare familiari in patria, nelle località di origine, per evitare luoghi turistici sovraffollati e code per entrare nei monumenti.
Lunedì il parlamento giapponese ha approvato nuove leggi per regolamentare orari di lavoro troppo lunghi quale risposta al crescente numero di 'karoshi', i decessi di lavoratori. Emendate anche le leggi sull'immigrazione che apriranno il Paese a 340 mila 'colletti blu' stranieri nei prossimi cinque anni per far fronte a una grave carenza di manodopera.