Zuzana Caputova è la prima presidente donna della Slovacchia: nel ballottaggio la 45enne europeista e 'liberal' ha ottenuto il 58,4% dei voti contro il 41,59% del commissario europeo all'Energia Maros Sefcovic. "Guardiamo a ciò che ci unisce e promuoviamo la cooperazione al di sopra degli interessi personali", ha dichiarato dopo una vittoria che, ha commentato, dimostra che si può vincere senza attaccare il proprio avversario".
L'affluenza alle urne è stata del 41,8%. La Caputova, soprannominata la Erin Brockovich slovacca per il suo impegno per la gente comune, è una madre divorziata con due figlie impegnata per l'ambiente (per 14 anni si è battuta contro una discarica illegale a Pezinok, fino alla sua chiusura) e con il nuovo compagno che è un coraggioso fotoreporter. Ex vicepresidente del piccolo partito non governativo Slovacchia progressista, è entrata in politica nel 2017, dopo l'assassinio del giornalista investigativo Jan Kuciak e della sua compagna, per il quale un oligarca è stato arrestato come mandante pochi giorni fa.
Il successo della Caputova è ancor più significativo perché rompe il fronte sovranista, populista ed euroscettico nel Gruppo di Visegrad, il blocco dei Paesi Ue dell'Europa orientale dominato da leader uomini e arcigni. Ora è lei il modello alternativo al leader populista Vladimir Meciar e al partito socialista-sovranista Smer che governa la Slovacchia.
Non a caso ha ringraziato i suoi elettori in cinque lingue. Il suo ecologismo le è valso il premio Goldman per l'ambiente, si è impegnata per i diritti Lgbt e delle minoranze. Il suo impegno per aiutare i deboli, la sua compassione e il suo amore per il prossimo sono riusciti a far breccia nell'elettorato di un Paese profondamente cattolico e, fino ad oggi, conservatore.