Daniele Nardi e Tom Ballard resteranno per sempre sul Nanga Parbat, in quelle due sagome blu e rossa (i colori delle due giacche a vento) avvistate sullo Sperone Mummery che stavano cercando di scalare.
Le operazioni di recupero sulla parete Diamir sono state definitivamente sospese e l'ambasciatore italiano in Pakistan ha confermato che i due sono morti. Tutto il materiale (effetti personali, attrezzatura e computer portatili) recuperato dal campo base verrà recapitato quanto prima alle famiglie e la spedizione è stata chiusa. Resteranno le foto, i ricordi, le testimonianze scritte e gli audio, l'affetto, il saluto quando lo scorso dicembre lasciarono famiglie, parenti e amici per tentare di entrare nella storia dell'alpinismo. E quelle immagini carpite dal potente telescopio di un altro grande dell'alpinismo, il basco Alex Txikon messosi a disposizione con la sua spedizione per portare soccorso ai due alpinisti.
Il caso Messner
Forse un giorno, durante la stagione estiva, qualcuno cercherà di recuperare queste "due sagome umane", oggi due puntini a circa 6.000 metri di altitudine su quella via impossibile, mai da nessuno percorsa in salita.
"Mi dispiace molto per Ballard che era un ottimo alpinista ma a Nardi dissi più volte di non percorrere quella via. Tre anni fa quando era venuto a Castel Firmiano (Bolzano, ndr) gli avevo detto di non andare. Anche Moro gli aveva consigliato di evitare quella via" dice all'Agi, Reinhold Messner, unico alpinista ad affrontare, per necessità e in discesa, lo Sperone Mummery lungo la parete Diamir del Nanga Parbat. Accadde nel giugno del 1970 assieme al fratello Guenther. Questi venne travolto a una quota più bassa rispetto a quella dove sono stati individuati i corpi di Daniele Nardi e Tom Ballard.
"Noi eravamo scesi un po' piu' a destra - ricorda Messner -. Dovevano scendere da quella parto altrimenti saremo morti tutti e due. Mio fratello è morto molto più in basso". "E' difficile poter capire la dinamica da un semplice fotogramma ma, a mio parere, sono morti travolti da una valanga - dice Messner -. In quella zona ci sono tre canali da dove scendono valanghe con blocchi di ghiaccio. Anche il basco Txikon impegnato nei soccorsi a sua volta ha rischiato molto perché è stato sfiorato da almeno due slavine. Gli errori in montagna sono solo dell'uomo, la via Munmery è pericolosa e non solo difficile. Io come avevo detto a Nardi non sarei mai andato".
Il Re degli Ottomila, ovvero il primo alpinista della storia a raggiungere tutte le 14 vette sopra gli 8.000 metri senza l'uso dell'ossigeno, rivolge un pensiero alle famiglie. "Fincé' non toccheranno con mano il proprio caro e non avranno la possibilità di capire, sarà molto difficile elaborare il lutto. L'ho visto con la mia famiglia: quando è stato ritrovato mio fratello dopo tanti anni avevo portato i miei fratelli, i genitori non c'erano più, nella valle del Diamir dove abbiamo sepolto e ricordato Guenther con una semplice cerimonia".
L'ultimo saluto della fidanzata di Ballard
A dare un ultimo saluto a Tom, ma solo su Facebook, è stata Stefania Pederiva, la sua fidanzata che con lui ha vissuto a Vigo di Fassa in Trentino. "La montagna prende, la montagna da'", inizia così il post. "Il mio cuore è completamente annegato, non ci sono o saranno mai parole adatte a descrivere il vuoto che hai lasciato. Un dolore straziante e una forte rabbia per non aver ascoltato le mie costanti parole, che ti dicevano che su quella montagna non dovevi andare, i tuoi sogni non erano lì, per questo madre natura non ti ha più protetto - scrive Stefania - Ringrazio l'universo per avermi regalato una persona così speciale, non restano che i magnifici ricordi dei tempi trascorsi insieme che sono i più belli della mia vita. Ti ritroverò nella natura, nei fiumi negli alberi nelle montagne, tu sarai sempre la mia roccia più bella".
"Siamo affranti dal dolore; vi comunichiamo che le ricerche di Daniele e Tom sono concluse", si legge in un comunicato diffuso dallo staff di Nardi. "Una parte di loro rimarrà per sempre al Nanga Parbat. Il dolore è forte; davanti a fatti oggettivi e, dopo aver fatto tutto il possibile per le ricerche, dobbiamo accettare l'accaduto. Ringraziamo Alex, Ali, Rahmat e tutta la squadra di soccorso, le autorità pakistane e italiane, i giornalisti, gli sponsor, tutti gli amici che hanno dimostrato tanta collaborazione e generosità", aggiunge la nota.
Il coraggioso amico Daniele
"La famiglia ricorda Tom come competente e coraggioso amico di Daniele. A lui va il nostro pensiero. Daniele rimarrà un marito, un padre, un figlio, un fratello e un amico perso per un ideale che, fin dall'inizio, abbiamo accettato, rispettato e condiviso. Ci piace ricordarti come sei veramente: amante della vita e delle avventure, scrupoloso, coraggioso, leale, attento ai dettagli e sempre presente nei momenti di bisogno. Ma soprattutto - conclude lo staff - ci piace ricordarti con le tue parole: 'mi piacerebbe essere ricordato come un ragazzo che ha provato a fare una cosa incredibile, impossibile, che però non si è arreso e se non dovessi tornare il messaggio che arriva a mio figlio sia questo; non fermarti non arrenderti, datti da fare perché il mondo ha bisogno di persone migliori che facciano sì che la pace sia una realtà e non soltanto un'idea vale la pena farlo".
Su Twitter l'ambasciatore Stefano Pontecorvo ha annunciato "con grande dolore" che "le ricerche sono terminate avendo Alex Txikon e i soccorritori confermato che le sagome individuate a circa 5900 metri sono quelle di Daniele e Tom. R.I.P.".
In un altro post, Pontecorvo ha pubblicato la "foto fatta con telescopio da Alex Txikon e la sua squadra sul Nanga Parbat. Daniele è visibile verso l'alto a sinistra (giubbotto arancione) Tom Ballard al centro (giubbotto blu) e la loro tenda più in basso vicino a Tom.