Il giorno dopo l'escalation, che ha richiamato l'attenzione allarmata di Sergio Mattarella, Roma e Parigi gettano acqua sul fuoco della polemica, ma dal governo francese, che sottolinea come il richiamo dell'ambasciatore in patria sia temporaneo, non vengono risparmiate staffilate sui dossier comuni piu' impegnativi, a partire da quello dei migranti e della Tav.
Il richiamo dell'ambasciatore francese a Roma per consultazioni in patria "non è permanente, ma vuole lanciare "un segnale" all'Italia, ha detto nel corso di una intervista a Europe 1 Benjamin Griveaux, portavoce del governo francese. L'Italia è "un alleato storico" di Parigi e "uno dei paesi fondatori dell'Unione europea", ha aggiunto Griveaux, che ha voluto sottolineare come il "dialogo" tra i due Paesi non si sia "mai interrotto".
Griveaux ha preso atto della "disponibilità" al dialogo mostrata dai vice presidenti del Consiglio italiani, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ma ha voluto sottolineare che "c'è un capo del governo in Italia, ed è il signor Conte", che il presidente francese, Emmanuel Macron, ha "incontrato diverse volte".
Sulla Sea Watch Parigi "cambia idea"
Quegli incontri hanno avuto al centro diversi dossier, sui quali ieri si è registrata una prima ricaduta della esplosione di una tensione accumulata per mesi dai due Paesi. Il governo francese, infatti, "cambia idea" e "non vuole più" migranti della Sea Watch, hanno fatto sapere oggi dal Viminale: Parigi vuole "solo persone che hanno bisogno di protezione e non migranti economici" e "appoggera' l'Italia per chiedere rimpatri più efficaci in alcuni Paesi africani a partire dal Senegal".
Il ministero di Salvini non rinuncia a dire la sua: "Prende atto" che "anche i francesi non vogliono clandestini" e sottolinea: "Ora ci si aspetta che Parigi dimostri con i fatti la sua buona volontà, collaborando per rimpatriare al più presto decine di senegalesi irregolari che si trovano in territorio italiano".
Parigi, irritata dall'incontro in Francia tra Di Maio e i gilet gialli - "cortesia istituzionale vuole che si avverta il governo del Paese in cui si va", ha detto Griveaux - tira in ballo anche la Tav. "Il modo migliore di combattere la sfiducia verso l'Europa, il modo migliore di farlo è comportarsi bene verso i suoi partner, proseguire il progetto tra Lione e Torino per consentire al Nord Italia di crescere", ha affermato il portavoce dell'esecutivo francese, che non ha risparmiato a Di Maio e Salvini un'ultima staffilata: "Le loro battute" su Macron "non hanno evitato all'Italia di entrare in recessione".
"La ricreazione è finita"
Il richiamo dell’ambasciatore francese a Roma "non è un atto di drammatizzazione ma un modo per dire che la ricreazione è finita", ha detto invece all’emittente ‘Radio Classique’ il ministro francese per gli Affari europei, Nathalie Loiseau. In merito alla recente visita del vice presidente del Consiglio italiano, Luigi Di Maio, ai ‘gilet gialli’, Loiseau denuncia “una ingerenza fuori luogo, un gesto ostile da persone che sulla carta sono governanti e la cui priorità dovrebbe essere gli interessi degli italiani”.
Per l'esponente del governo francese, con il suo gesto Di Maio ha dimostrato sostegno “non a un leader politico ma a qualcuno che ha lanciato un appello alla guerra civile, al rovesciamento del presidente, a un governo militare, una cosa mai accaduta prima”.
Interrogata sulle responsabilità di Parigi e di Roma nella crisi in corso, Loiseau valuta che il presidente Emmanuel Macron “aveva ragione di denunciare i nazionalismi in Europa – senza citare un paese piuttosto che un altro – dicendo che rappresentano un aggregato di interessi di categoria nazionali che non generano mai soluzioni ma aggravano i problemi. Purtroppo è quello che sta accadendo ora"