La Russia ha deciso di sospendere la sua partecipazione al Trattato sulle forze nucleari intermedie (Inf) in seguito al ritiro Usa. Lo ha annunciato il presidente russo, Vladimir Putin. "I nostri partner americani hanno annunciato che sospendono la loro partecipazione all'accordo e lo facciamo anche noi", ha affermato Putin.
Sulle presunte violazioni al Trattato per la riduzione dei missili intermedi (Inf) le accuse tra Russia e Usa vanno avanti da anni. L'intesa sottoscritta da Usa e Urss non prevedeva solo la riduzione delle armi nucleari, ma la loro completa eliminazione, e in pratica mise fine alla cosiddetta crisi degli euromissili, ovvero i vettori a raggio intermedio (da 500 a 5500 chilometri) dotati di testata nucleare dispiegati da Usa e dall'Urss in Europa.
Washington accusa Mosca di varie violazioni: al centro delle polemiche che hanno portato alla sospensione del Trattato da parte Usa vi è il fatto, secondo il Pentagono, che la Russia ha testato e probabilmente schierato i missili da crociera Novator 9M729 su batterie del sistema lanciamissili Iskander, con una gittata di oltre 500 chilometri, cosa proibita dall'Inf. Accuse che Mosca ha sempre respinto.
Ma anche la Russia, dal canto suo, non ha risparmiato accuse agli Usa, come quella di usare il missile balistico Hera - che a suo dire va classificato come "missile balistico a raggio intermedio" - per testare i suoi sistemi di difesa missilistica. Il Cremlino, inoltre, ha puntato il dito contro i droni militari statunitensi, anche questi con raggio superiore ai 500 chilometri.
Il maggior timore di Mosca - che nel 2017 già aveva accusato gli Stati Uniti di violare "in modo spudorato" l'Inf - è che nelle basi statunitensi in Romania, parte del contestato Scudo anti-missilistico, gli Usa possano dispiegare i missili da crociera Tomahawk, con una gittata di 2.500 chilometri, invece dei sistemi anti-missili balistici RIM-161 SM-3, come assicurato da Washington. Anche questo scenario violerebbe il Trattato.