L'accordo Italia-Libia sui migranti ha prodotto morti e violenze, denuncia Oxfam

 Marina Militare -    Naufragio migranti 
  Foto: Alessandro Rota OXFAMuk   -   Sicilia sbarco migranti  

"Quattro prevaricazioni dei diritti umani"

1) La Guardia Costiera libica, un attore illegittimo

“[…] La prigione di Bani Walid era un hangar mentre a Sherif eravamo rinchiusi in un tunnel sotterraneo dove si viveva costantemente al buio. In tutto ho vissuto un anno e mezzo di detenzione in entrambe le prigioni, dove tutti vivevamo in condizioni terribili, con tantissime persone che si ammalavano - ha raccontato A.A. eritreo, 28 anni, rapito da una delle tante bande libiche, agli operatori di Oxfam e Borderline - Le persone ammalate non ricevevano cure. In molti sono morti e sono stati sepolti come animali. Le donne invece venivano violentate di fronte a noi. Venivamo picchiati ogni giorno dalle guardie carcerarie, che ci hanno costretto a chiedere un riscatto alle nostre famiglie”.
"Nei giorni in cui il personale delle Nazioni Unite è venuto dove eravamo detenuti ci hanno trattato bene, permesso di lavarci, vestirci, mangiare e fatto fare un check up medico - ricorda R.M. guineano, 26 anni, rapito da una delle bande di strada di Tripoli - Non appena però lo staff delle Nazioni Unite se ne è andato, le cose sono cambiate immediatamente. Ci hanno ripreso tutto quello che ci avevano dato: cibo, vestiti, sapone".
“Nel 2018, la guardia costiera libica ha intercettato 15.000 persone e le ha riportate indietro esponendole nuovamente a condizioni disumane – aggiunge Pezzati - Attualmente, 6.400 persone sono intrappolate in luoghi di detenzione ufficiali in Libia, ma molte di sono detenute in “carceri non ufficiali”, alcune delle quali gestite direttamente da gruppi armati libici. Non solo: secondo l'ONU, anche i centri ufficiali in diversi casi sono gestiti dalle stesse persone che sono coinvolte nella tratta di esseri umani e nel traffico di persone - che proprio l'UE e l’Italia si sono impegnate a combattere. Pertanto, riportare i migranti in Libia non fa che alimentare il traffico di esseri umani”.

2) Da Triton a Themis, meno approdi in Italia ma più rischi per i migranti

3) La politica dei “porti chiusi” e dei pericoli aperti

4) Il nemico alle porte: le Organizzazioni Non Governative

L’appello all’Italia e all’Europa

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