Nel Brasile di Jair Bolsonaro la risposta al più alto numero di omicidi al mondo è rendere le armi più accessibili. Insediatosi il primo giorno dell’anno, il conservatore ed ex capitano dell’esercito in passato ha più volte ribadito la necessità di alleggerire la legge sulla detenzione di armi in vigore in Brasile dal 2003, con la speranza che questo scoraggi furti e rapine a mano armata. L’esperimento inizierà con l’emanazione di un decreto che, secondo quanto ha dichiarato in passato lo stesso Presidente, ridurrà l’età necessaria per il possesso di armi leggere da 25 a 21 anni, consentirà che queste possano essere portate in pubblico ed eliminerà il potere di veto delle forze dell’ordine, riporta il Wall Street Journal.
Porto d'armi permanente
“Per decreto intendiamo garantire il possesso di armi da fuoco ai cittadini senza precedenti penali, rendendone definitiva la registrazione”, ha anticipato Bolsonaro in un Tweet pubblicato il 29 dicembre. L’intenzione è di rimuovere l’obbligo di rinnovo del porto d’armi, rendendolo permanente per chi lo consegue. Non è chiaro se questo implichi la possibilità di mantenere il titolo anche quando i requisiti - tra questi la fedina penale pulita - vengano a mancare successivamente. In un discorso radiofonico all’inizio dell’anno scorso Bolsonaro aveva dichiarato: “Tutti i teppisti hanno già le pistole, solo i buoni non le hanno”.
Nel 2017 in Brasile si sono registrati 64 mila omicidi (175 al giorno), con un incremento del 2,9 per cento rispetto all’anno precedente, secondo una ricerca del Forum brasiliano sulla pubblica sicurezza. Di questi, oltre il 70 per cento sono stati commessi con armi da fuoco, reperite nel mercato nero o detenute legalmente. Tuttavia, il Brasile ha una delle più basse percentuali di armi per persona di tutto il Sud America.
Secondo la Small Army Survey, nel Paese solo otto cittadini su cento ne possiedono una, contro il 10 per cento dei civili colombiani, il 13 per cento dei Messicani e il 19 per cento dei Venezuelani.
Cosa prevede l'attuale legge
Ma nonostante il tragico primato del gigante sudamericano, il primo effetto dell’entrata in vigore della legge del 2003 fu proprio quello di ridurre gli omicidi dell’8 per cento in un anno. Nello stesso periodo furono sequestrate 500 mila armi. La legge, attualmente in vigore, prevede che:
- chiunque voglia richiedere un porto d’armi deve dimostrare di essere residente, avere un impiego e di avere sia capacità tecniche che psicofisiche
- chiunque utilizzi un’arma senza possedere il porto d’armi può essere punito con quattro anni di carcere
- solo alcuni gruppi di persone, tra cui esercito e forze armate, possono possedere un’arma.
Insicurezza da parte dei cittadini e sfiducia verso le istituzioni potrebbero essere la base sulla quale Bolsonaro può spingere per ottenere l’approvazione del decreto. Secondo un sondaggio condotto a ottobre, il 41 per cento della popolazione sarebbe d’accordo ad alleggerire le restrizioni sul possesso di armi da fuoco, contro il 30 per cento del 2013.