Il 2018 è stato un anno record per gli incendi, alimentati dal caldo provocato dal cambiamento climatico e la conseguente siccità. I roghi hanno interessato molte parti del mondo, Italia compresa, persino in Svezia e Siberia. Ma gli episodi più mortali sono stati in California e in Grecia.
La California devastata
Per la California in particolare è stata una catastrofe e il 2018 passerà alla storia come l'anno in cui i roghi hanno creato più distruzione e morti. Ad agosto diversi roghi si sono uniti, formando quello che poi è stato chiamato il complesso di Mendocino che ha interessato un'area vasta di 186 mila ettari, diventando l'incendio più esteso nella storia dello Stato. Più a nord il Carr Fire ha causato la morte di 8 persone e la distruzione di oltre mille edifici. A inizio agosto è stato dichiarato disastro nazionale nel nord, a causa della vastità delle zone in fiamme.
Ma il peggio doveva ancora arrivare. A novembre la California è stata flagellata da un altro gruppo di incendi mortali: quasi cento persone sono morte, migliaia le strutture e le case distrutte. Oltre 600 chilometri di terreno in cenere, rasa al suolo la piccola città di Paradise. I vigili del fuoco hanno impiegato alcune settimane a domare le fiamme e i fumi hanno causato anche vari problemi per l'inquinamento e ovviamente la salute delle persone.
Inferno in Grecia
L'Europa è stata vittima quest'anno del più grave incendio mai divampato dal 1900 ad oggi. A bruciare è stata in Grecia tutta la regione intorno ad Atene e nell'Attica orientale: tre giorni di inferno, alimentati dal vento, tra il 23 e il 26 luglio. I roghi, di natura dolosa, hanno causato la morte di circa 100 persone e centinaia di feriti. Tanti sono affogati per aver cercato la salvezza in mare.
Anche la Svezia ha dovuto fare i conti con i più gravi roghi degli ultimi quarant'anni, capaci di devastare oltre 150 chilometri quadrati di foresta: un'emergenza tale da costringere Stoccolma a chiedere l'aiuto dell'Europa per fronteggiare il problema, complici sicuramente il caldo estremo e la siccità. Per domare le fiamme, sono intervenuti vigili del fuoco provenienti da diverse parti d'Europa. Sono stati registrati molti danni, ma per fortuna nessuna vittima.
Il caldo e la siccità hanno fatto bruciare, prima dell'inizio dell'estate, anche la Siberia: per la vastità dei roghi, capaci di devastare le foreste, è stato dichiarato lo stato di emergenza. Non si sono registrati morti, ma numerosi danni alle abitazioni.