Meno di tre mesi dopo la crisi scatenata dall'assassinio del giornalista saudita Jamal Khashoggi nel consolato a Istanbul, il re Salman ha ordinato un rimpasto nel governo e ha nominato un nuovo ministro degli Esteri. Restano però al loro posto i ministro dell'Interno e quelli dell'Energia e delle Finanze, nonostante i problemi economici per il crollo del prezzo del greggio, mentre il principe ereditario Mohammed bin Salman, lambito dal caso Khashoggi, mantiene la strategica poltrona alla Difesa.
Dall'arresto in hotel alla guida della diplomazia
La diplomazia saudita è stata affidata a Ibrahim al-Assaf, titolare delle Finanze fino al 2016, che rimpiazza Adel al-Jubeir, retrocesso a sottosegretario agli Esteri. Al-Assaf, 69 anni, era stato fra le decine di arrestati nella massiccia operazione contro la corruzione voluta dal principe ereditario Mohammed bin Salman nel novembre del 2017, quando erano stati arrestati principi, politici e uomini d'affari. Gli accusati furono tenuti agli arresti per settimane in un hotel di Riad fino a quando non arrivarono ad un'intesa con il governo, in molti casi di tipo economico.
Chiuso il caso, Al-Assaf era stato nominato ministro di Stato, cioè membro del Consiglio dei ministri sauditi, che è guidato dal re. E a gennaio di quest'anno aveva guidato la delegazione saudita al Forum di Davos, sulle Alpi svizzere. Al-Jubeir è stato uno dei principali esponenti del regno negli anni passati e ha avuto un ruolo di primo piano tanto nella guerra in Yemen che nel caso Khashoggi.
Nell'ambito del rimpasto, Turki al-Shabbana è stato nominato ministro della Comunicazione, Hamad Al-Sheikh ministro dell'Educazione, il principe Abdullah bin Bandar ministro della Guardia nazionale e sostituito da Faisal bin Nawaf come governatore della regione di Jouf. Tra le altre nomine, Abdulaziz bin Turki al-Faisal sarà presidente dell'Autorità per lo Sport mentre il predecessore Turki Al-Sheikh sarà a capo dell'Autorità per l'intrattenimento.
Khashoggi è stato assassinato il 2 ottobre all'interno del consolato saudita a Istanbul da un commando saudita, come hanno ammesso le autorità di Riad che tuttavia negano un coinvolgimento dei vertici del regno, a cominciare dal principe ereditario, Mohammed bin Salman.