Un bilancio delle vittime che oscilla diverse ore dopo l'attacco, una strana rapina e un attentatore che il ministero dell'Interno francese dipinge come un criminale comune. Ci sono diversi aspetti poco chiari nell'attacco di martedì sera al mercatino di Natale di Strasburgo. Abbiamo provato a fare chiarezza con Carlo Biffani, esperto di sicurezza.
Partiamo dall'attentatore, di cui la polizia ha tardato a diffondere il cognome...
La prima domanda da porsi riguarda il fatto che possa aver agito da solo oppure insieme a qualche suo complice. Ci è stato raccontato dalle autorità di polizia francesi che era già attenzionato e che il suo status era quello di un radicalizzato pericoloso, ma non si capisce quale sia stata la genesi delle investigazioni e della azione di polizia che avrebbe portato al tentativo di arresto effettuato la mattina di martedì e andato a vuoto, così come non si comprende se l’idea di attaccare il mercatino di Natale di Strasburgo nasca come vendetta per il tentativo di catturarlo o faccia parte invece di un piano, di un progetto autonomo pianificato da tempo, che prevedeva un attacco di questo tipo.
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Cosa ha di diverso questo attacco dagli altri?
In genere di fronte ad azioni strutturate e pianificate nel dettaglio, difficilmente il componente o i componenti del gruppo di assalto si espongono al rischio di essere individuati e catturati prima dell’azione, mettendosi a fare, ad esempio, una rapina. Da quello che sappiamo la polizia è arrivata all'attentatore proprio indagando su una rapina: sarà davvero molto importante al fine di chiarire lo scenario, comprendere quale sia stata la successione degli eventi e delle azioni nei giorni immediatamente precedenti l’attacco.
Il fatto che sia ancora in libertà è preoccupante. E' in fuga o prepara antri attacchi?
Pensiamo all'attacco contro la redazione di Charlie Hebdo: in quel caso l'assalto al giornale satirico fu soltanto l’inizio di una situazione tattica che i terroristi furono molto abili nello sfruttare completamente a loro favore, tenendo la scena e l’attenzione dei media per quasi due giorni. Quella di martedì sera potrebbe quindi essere solo un pezzo della storia drammatica che si dipanerà in queste ore.
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Qualcuno però lo sta aiutando...
Probabilmente gode di una rete di contatti capace di favorire in qualche misura la fuga in queste ore convulse e non bisogna dimenticare che più tempo passa dal momento nel quale l’azione si è svolta e la cattura del ricercato e più ampio è il margine di manovra e di organizzazione della fuga. Ci è stato raccontato che il terrorista sarebbe rimasto ferito e sarebbe interessante capire quale potrebbe essere l’entità delle ferite riportate così da capire se sia stato costretto a trovare subito soccorso e si troverebbe quindi ancora nella zona rossa, oppure se, trattandosi di ferite lievi, sia comunque stato in grado di allontanarsi quanto più possibile dalla scena dell’attacco. Le prossime 24/48 ore saranno cruciali riguardo alla capacità di prevedere e limitare le mosse del fuggitivo e permetterne la cattura.