“Possiamo capire il movimento dei "giubbotti gialli" se non viviamo a Montigny-le-Guesdier, un piccolo villaggio sperduto ai margini della Borgogna? O in una delle tante città che gli somigliano in Francia, in una zona rurale o alla periferia delle metropoli?”. Comincia così un reportage di Le Monde che ha provato a raccontare la protesta dei gilet gialli che in queste ore sta infiammando ogni angolo della Francia. Una protesta che ha avuto origine sulle pagine di Facebook e ha poi proclamato la mobilitazione generale di sabato 17 novembre e che ha come simbolo il gilet giallo che tutti gli automobilisti devono avere in macchina e indossare in caso di emergenza. A scendere per le strade della nazione sono state 224.000 persone che hanno dato origine a 2.000 blocchi stradali. Gli scontri con la polizia e gli automobilisti che cercavano di forzare i blocchi hanno causato una vittima e 227 feriti.
L'origine e le ragioni della protesta dei gilet gialli
L’iniziativa, si legge nel reportage, è nata sui social network dove Jacline Mouraud che sul suo profilo un mese fa ha postato un video di 5 minuti che ha totalizzato sei milioni di visualizzazioni, 265 mila condivisioni e oltre 10mila commenti. Nel video Jacline si rivolge direttamente al presidente Macron: "Ho due cosette da dire a Emmanuel Macron e al suo governo: quando smetterete di accanirvi contro noi automobilisti? Voi potenti che siete nelle grandi città, avete l'autista, la fate facile, tanto siamo sempre noi poveri stronzi a pagare".
Anche se i prezzi della benzina in Francia continuano a essere più bassi che in Italia e altri paesi Ue, ricorda Repubblica, “l’aumento delle accise si somma alla diminuzione della velocità da 90 a 80 chilometri orari sulle strade statali, all'incremento dei radar e quindi delle multe, all'inasprimento dei requisiti per i collaudi, agli aumenti dei pedaggi”. Tutte cose che Mouraud elenca nel video per descrivere la "persecuzione" del governo contro gli automobilisti: "Cosa fate di tutto questo denaro a parte comprare stoviglie di porcellana e fare costruire una piscina?" Su Facebook Jacline Mouraud si definisce cantautrice, ma Repubblica, riprendendo Le Monde, ricorda che di mestiere pratica l'ipnosi, l'"ectoplasmia", crede nelle scie chimiche. Al video, diventato subito virale, ne sono seguiti altri 6, dove la donna chiamava a raccolta il popolo dei gilet.
Dai social alle strade: Francia paralizzata
Dai social la protesta è passata alla strada il 17 novembre 2018, quando il movimento si è dato appuntamento per le manifestazioni in circa 600 città francesi. “A sostenere la protesta anche Marine Le Pen e Jean-Luc Mélenchon, leader della destra e della sinistra francese”, ricorda SkyTg24. “La mobilitazione di oggi contro il rincaro del carburante è anche una protesta contro il senso di isolamento di una certa Francia, quella che non si sente coinvolta dalla dinamica riformista di Macron, non gode dei vantaggi della globalizzazione e si sente vessata dalla pressione fiscale”, spiega Il Foglio. “Alla tradizionale lotta di classe si è aggiunta una lotta degli spazi: la banlieue contro i centri storici, le periferie contro i bòbò, la campagna contro le metropoli, i piccoli comuni contro le grandi città”, ha scritto lunedì Laurent Joffrin, direttore di Liberation.