In Libia "le soluzioni non possono essere imposte dall'esterno" ma serve un processo che accompagni il Paese ad elezioni, "auspicabilmente a primavera del 2019": lo ha affermato il premier, Giuseppe Conte, al termine della Conferenza di Palermo. "Abbiamo tenuto ad assicurare la piena inclusività all'incontro di tutti quegli attori che hanno a cuore la stabilizzazione e il futuro della Libia", ha sottolineato Conte, "abbiamo inoltre sottolineato, da subito, quanto fosse cruciale avere con noi oggi i principali attori libici".
"Non abbiamo, lo voglio chiarire, mai avuto la pretesa di fornire, attraverso questa Conferenza, "la soluzione" alla crisi libica, ha sottolineato Conte. "Resta cruciale", ha aggiunto il presidente del Consiglio, che" le elezioni "possano svolgersi nel rispetto delle necessarie condizioni di sicurezza, oltre che di quelle legislative e costituzionali, con una prospettiva temporale che guarda auspicabilmente a primavera del 2019".
Per Conte "le Nazioni Unite devono restare la stella polare del processo di stabilizzazione" del Paese nordafricano. Poi ha assicurato che l'Italia è pronta a fare la sua parte, anche sul piano dell'addestramento militare, e si è compiaciuto della disponibilità dimostrata dagli altri partner internazionali. "Tutte le parti in Libia devono raggiungere un compromesso" altrimenti la situazione esploderà di nuovo", ha avvertito nel suo intervento il premier russo, Dmitri Medvedev, dicendosi "fiducioso" che si possano ottenere "progressi" sulla base degli accordi di Skhirat.