"Non sarà un voto del destino", diceva mercoledì Andrea Nahles. Domenica si aprono le urne in Assia (il land che include Francoforte, capitale economica della Germania), ma nonostante gli scongiuri della leader dell'Spd, ancora una volta la grande tensione si respira più a Berlino che a Wiesbaden.
A detta di più o meno tutti gli osservatori, come con le recenti elezioni in Baviera, quel che uscirà dalle urne potrebbe innescare una reazione a catena che si farà sentire ai piani alti del governo federale, cancelliera in testa: in tanti evocano - chi temendola, chi sperandola - la fine della Grosse Koalition, con evidenti ripercussioni europee.
I partiti della 'GroKo' a rischio tracollo
A dar retta ai sondaggi, la Cdu di Frau Merkel potrebbe tracollare di oltre dieci punti, pur rimanendo primo partito nel Land della Germania centrale con un risultato intorno al 27%. Le rilevazioni vedono un'analoga, forte emorragia pure nella Spd, che però qui potrebbe resistere intorno alla soglia, psicologicamente importante, del 20%. In clamorosa ascesa i Verdi, che potrebbero addirittura superare i socialdemocratici, attestandosi intorno al 22%, finendo per assumere un ruolo centrale per qualsivoglia governo si voglia ipotizzare per il futuro. Infine, anche in Assia l'ultradestra dell'Afd dovrebbe fare per la prima volta il suo ingresso nel Parlamento regionale, fermandosi però intorno al 13%, ossia sotto le aspettative. E ce la faranno a restare nel Landtag sia la Linke che i liberali dell'Fdp.
Saranno quattro milioni e mezzo gli elettori chiamati alle urne, domenica prossima. Alle 18, a chiusura dei seggi, il grande verdetto: perché se il crollo della Cdu fosse addirittura maggiore del previsto - ragionano gli analisti - l'attuale governatore Volker Bouffier potrebbe perdere il posto, indebolendo ulteriormente una Angela Merkel già pesantemente sotto tiro (significativo, in questo senso, il recente siluramento di un suo fedelissimo, Volker Kauder, da parte dei deputati Cdu al Bundestag) e sempre più in difficoltà nel tener testa ai continui scossoni cui il suo governo è sottoposto, dalla lite permanente con i "fratelli" bavaresi della Csu all'ormai perdurante stato di prostrazione del partner di governo, i socialdemocratici.
Quale coalizione?
Sull'altro fronte, se, parallelamente, i Verdi metteranno a segno un altro trionfo dopo quello realizzato dalla giovane Katharina Schulze a Monaco, forse sarà il loro candidato di punta - attualmente vicegovernatore al fianco di Bouffier - ad avere le migliori chances per sostituirlo: è Tarek Al-Wazir, padre yemenita e madre tedesca, straordinario oratore, incoronato uomo politico più popolare del Land. In questo caso, in Assia l'attuale coalizione tra Cdu e Verdi potrebbe lasciare il posto ad un'altra alleanza: con una Spd che "regge il colpo" e che vive con sempre maggiore difficoltà la propria permanenza nella Grosse Koalition merkeliana, potrebbe addirittura prendere quota una coalizione "rosso-rosso-verde", ossia con la Linke e, appunto, il partito ambientalista. Non è un caso, infatti, che la cancelliera e Bouffier in tutti i comizi abbiano ripetuto come un mantra che "esperimenti di sinistra" sarebbero "puro veleno" per l'Assia. Alternative, tutte possibili sulla carta: una coalizione nero-rossa (Cdu-Spd), una nero-verde come quella attuale, una coalizione "Giamaica" Cdu, liberali, Verdi, addirittura un'alleanza tra Spd, Verdi e liberali.
Lo scenario B, ossia con una Spd che invece tracolla nonostante la popolarità del suo candidato di punta, Thorsten Schaefer-Guembel, potrebbe invece rompere gli ultimi argini tra le fila dei socialdemocratici: molti prevedono una rumorosa rivolta contro la leader Andrea Nahles - che continua a voler "scommettere" sulla continuazione della GroKo - chiedendo a voce sempre più alta di liberarsi dall'"abbraccio fatale" della cancelliera, che impedirebbe al partito che fu di Brandt e di Schmidt di mantenere di fronte ad un elettorato sempre più stanco e insoddisfatto un profilo chiaro, limpido, a difesa degli ultimi e dello Stato sociale. "Dobbiamo ritrovare la nostra vera identità", è il richiamo che viene fatto sempre più spesso dentro il partito.
Il rischio di elezioni anticipate
Che il tracollo della GroKo non sia solo uno spauracchio ma un'opzione reale, lo si capisce dall'ansia di molti esponenti di punta della Cdu: l'ultima a parlare è stata la segretaria generale dei cristiano-democratici, Annegret Kramp-Karrenbauer, che non ha mancato di ricordare che in caso di fine prematura della coalizione di governo nazionale l'ovvia conseguenza sarebbero le elezioni anticipate. Un messaggio rivolto in primis alla Spd, che sondaggi alla mano andrebbe alle urne nel punto più basso della sua storia ultracentenaria. Poi è stata la volta di uno dei leader della Csu, Alexander Dobrindt: "La fuga dalle responsabilità non ha mai aiutato a ritrovare i consensi perduti".
Tornando all'Assia, in queste ore gli occhi sono tutti rivolti ai Verdi e a Tarek Al-Wazir: è proprio perché potrebbero essere la chiave di volta "progressista" della fine della Grosse Koalition, di cui la Germania sembra essere stanca, che il loro fascino verso l'elettorato medio è in aumento. In più, è l'unico partito che sembra in grado di "raffreddare" quella che finora è apparsa come l'irresistibile ascesa dell'Afd. È proprio questo il messaggio di molti loro manifesti elettorali: "La ragione immagina il futuro, vota Verde contro il razzismo" e "Tarek al posto di Groko". Difficile dirla più chiaramente di così.
Oltretutto, non sarebbe la prima volta che l'Assia diventa il "laboratorio politico" per l'intero Paese: qui per la prima volta gli ambientalisti hanno formato una coalizione insieme alla cristiano-democratici, nei lontani anni ottanta. E se davvero il signor Tarek - quarantasettenne cresciuto per alcuni anni anche a Sana'a, imbattibile quando si tratta di sciorinare i dettagli di ogni dossier che si trova tra le mani - diventasse il nuovo governatore dell'Assia, per certi versi sarebbe il volto di tutta la Germania a cambiare.