Una indispensabile cronologia per orientarsi nell'intrigo del Russiagate

Marta Allevato
RON SACHS / Consolidated News Photos / DPA -  Donald Trump (AFP) 
  • A luglio, un mese dopo che Donald J. Trump annuncia ufficialmente la sua candidatura a presidente degli Stati Uniti, il miliardario riceve un invito per il 60esimo compleanno del magnate russo, di origine azera, Aras Agalarov, che aveva organizzato Miss Universo a Mosca con lui, nel 2013. Rob Goldstone, che aveva girato l’invito, dice che il figlio di Agalarov, Emin, potrebbe organizzare un incontro con Putin, qualora Trump decidesse di andare alla festa a Mosca.
  • In autunno, la Trump Organization inizia a inseguire un progetto nel settore immobiliare a Mosca e il 28 ottobre il miliardario americano firma una “lettera di intenti” per una Trump Tower nella capitale russa: in 30 anni di tentativi è il momento in cui arriva più vicino a realizzare un tale progetto in Russia.
  • A gennaio, il progetto è in stallo: l’allora avvocato personale di Trump, Michael Cohen, il 14 di quel mese scrive a Putin per chiedere aiuto e sbloccare la situazione.
  • Il 20 gennaio, un rappresentante di una piattaforma russa di social media scrive a Dan Scavino, responsabile per i rapporti di Trump coi “social media”, e a Trump Jr. per creare una pagina per la campagna elettorale di Trump. I contatti con Scavino vanno avanti alcuni mesi.
  • A febbraio iniziano le primarie repubblicane. Il 10 febbraio, la fabbrica dei troll russa, la Internet Research Agency (Ira) di San Pietroburgo, dà istruzioni ai suoi dipendenti di “usare ogni opportunità per criticare Clinton".
  • Il 29 febbraio, Trump riceve una lettera da Agalarov, nella quale si esprime “grande interesse” per la sua “brillante campagna elettorale”.
  • Il 15 marzo, Trump vince le primarie in cinque Stati, avvicinandosi alla nomination repubblicana. Lo stesso giorno, hacker russi di lunga esperienza iniziano a esplorare il network informatico del Comitato nazionale dei democratici e i computer della campagna elettorale di Clinton.
  • Il 19 marzo inviano una email phishing a John D. Podesta, presidente della campagna elettorale di Clinton, e riescono a rubare l’intero contenuto del suo account: circa 50 mila email.
  • Il 21 marzo a Washington, Trump annuncia la sua squadra per la politica estera, che contrariamente alla tradizione repubblicana chiede migliori relazioni con la Russia; tra i consiglieri, vi sono George Papadopoulus e Carter Page.
  • Il 24 marzo, Papadopoulus si siede nel bar di un hotel di alta categoria a Londra con una donna russa, presentatagli da un uomo identificato solo come “il professore”; la donna si definisce, mentendo, la nipote di Putin e si offre di organizzare un incontro tra il presidente russo e Trump. La russa e Papadopoulus si scambiano frequenti messaggi nelle successive settimane.
  • Il 28 marzo, Paul Manafort, stratega repubblicano di lungo corso, viene chiamato a guidare il Comitato elettorale di Trump.
  • Il 1 aprile, Page è inviato a tenere un discorso a una prestigiosa scuola di economia di Mosca. In questo mese iniziano ad apparire (e andavano avanti fino a fine anno) pubblicità politiche fake sui social contro Clinton.
  • L’11 aprile, Manafort manda una email a Konstantin Kilimnik, consulente politico russo-ucraino, per assicurarsi che l’oligarca Oleg Deripaska, vicino a Putin, sappia che fa parte della campagna elettorale di Trump. Kilimnik conferma che il miliardario ne è a conoscenza. Papadopoulus scrive alla donna russa incontrata a Londra per organizzare un viaggio in Russia; lei risponde: “Sono eccitata dalla possibilità di avere buone relazioni” con Trump.
  • Il 12 aprile, hacker russi si infiltrano nella rete di computer del Comitato nazionale democratico e installano un malware. Pochi giorni dopo copiano una cartella dal titolo “Indagini su Bengazi”, creano un finto profilo online col nome DCLeaks e pubblicano i documenti rubati.
  • Intanto, il 18 aprile, il “professore” presenta Papadopoulus a Ivan Timofeev, un russo che dice di avere contatti con il ministero degli Esteri di Mosca; i due hanno diversi conversazioni con al centro il tema di un incontro tra il Comitato elettorale di Trump e il governo russo e Timofeev propone un meeting a Londra o Mosca.
  • Il 25 aprile, Papadopoulus dice a Stephen Miller, un alto consigliere della campagna di Trump, che Putin vuole vedere il candidato repubblicano. Il giorno successivo, il “professore” riferisce a Papadopoulus che i russi hanno del materiale scottante su Clinton, “nella forma di migliaia di email”. Tutto questo succede due mesi prima che l’hackeraggio dei russi diventi notizia di dominio pubblico ed è la prima di almeno due volte, in cui al Comitato elettorale di Trump viene offerto materiale “sporco” sulla candidata democratica.
  • Il 27 aprile, Trump incontra brevemente l’allora ambasciatore russo a Washington, Serghei Kislyak, durante un ricevimento prima del discorso sul suo programma in politica estera. Anche Jared Kushner, genero di Trump, incontra il diplomatico russo prima dello stesso discorso.
  • Il 1 maggio, Papadopoulus rivela all’ambasciatore australiano in Gran Bretagna che la Russia ha del materiale “sporco” su Clinton; queste rivelazioni provocano l’apertura di un’indagine di contro-intelligence da parte dell’Fbi sulla campagna elettorale di Trump, mesi prima delle elezioni presidenziali.
  • Il 4 maggio, Timofeev dice che i suoi colleghi al ministero sono “aperti alla cooperazione” e poco dopo propone di mettere in contatto Papadopoulus con un altro funzionario russo. Intanto, Manafort incontra Kilimnik.
  • Il 10 maggio, Rick Dearborn, un membro nel Comitato elettorale, riceve una email sull’organizzazione di un incontro tra Putin e Trump: l’oggetto è “Kremlin Connection” ed è inviata da un agente segreto il quale sostiene che la Russia vuole usare la potente lobby a favore delle armi, la National Rifle Association (Nra), per fare il suo “primo contatto”.
  • Il 16 maggio, Dearborn riceve una seconda email simile alla precedente e con la stessa proposta; la gira a Kushner, Manafort e Rick Gates, un businessman vicino a Manafort. Kushner rifiuta la proposta. Entrambe le missive sembrano coinvolgere Aleksandr Torshin, una figura chiave nel partito putiniano Russia Unita e che avrebbe ricevuto ordini di prendere contatto con i membri del Comitato Trump.
  • Il 20 maggio, Trump Jr. incontra Torshin e la russa Maria Butina, in seguito accusata di essere un agente sotto copertura, durante una cena sponsorizzata dalla Nra.
  • Il 25 maggio migliaia di email del Comitato nazionale democratico vengono rubate.
  • Il 26 maggio, Trump si aggiudica la nomination repubblicana e il giorno dopo definisce Putin “un leader forte”.
  • Il 1 giugno, Papadopoulus riferisce al consigliere di Trump, Sam Clovis, che il ministero degli Esteri russo ha chiesto se Trump fosse interessato a visitare la Russia. A giugno, ad Aras Agalarov viene detto che il governo russo vuole dare all’entourage di Trump informazioni che possono danneggiare la candidatura di Clinton, la quale di lì a breve - il 6 giugno - si aggiudica la nomination democratica. Il figlio di Agalarov, Emin, chiede al produttore musicale Rom Goldstone di contattare Trump Jr. e organizzare un incontro. Il figlio del miliardario repubblicano risponde subito: “Mi piacerebbe specialmente più in là, questa estate”. Troll russi, in questi stessi giorni, usano email false per pubblicizzare a giugno la manifestazione “march for Trump” a New York. Goldstone dice a Trump Jr. che Emin gli ha chiesto di organizzare un incontro “con te e l’avvocato del governo russo che sta per arrivare da Mosca”.
  • Il 7 giugno, Trump Jr. conferma l’incontro e dice che Manafort e Kushner dovrebbero unirsi a lui; tre ore dopo, Trump promette di fare un discorso in cui darà i dettagli della corruzione di Clinton. Il discorso non si terrà mai.
  • L’8 giugno DCLeaks pubblica migliaia di email rubate e subito i sospetti della fuga di documenti si indirizzano su Mosca. Trump Jr. le invia tutte a Kushner e Manafort con il titolo “Russia - Clinton - private and confidential”.
  • Il 9 giugno si svolge il famoso incontro alla Trump Power con il figlio maggiore di Trump, rappresentanti russi e del Comitato elettorale repubblicano. Il 15 giugno, l’account Twitter Guccifer 2.0 - creato da hacker russi - annuncia che sta per pubblicare “solo alcuni di diverse migliaia di documenti sottratti grazie all’hacking al Comitato nazionale democratico”.
  • Il 22 giugno, Wikileaks chiede a Guccifer 2.0 le email rubate ai democratici e il 14 luglio Guccifer invia le istruzioni per accedere ai documenti hackerati. Manafort, intanto, definisce “assurdo” pensare che ci siano legami tra Trump e la Russia e il 7 luglio, scrive a Kilimnik chiedendo di fare un briefing con Deripaska.
  • Il 21 luglio, Trump diventa ufficialmente il candidato repubblicano alla Casa Bianca.
  • Il 22 luglio, diversi giorni prima della Convention nazionale democratica, Wikileaks pubblica quasi 20 mila mail rubate. “Russia, se stai ascoltando, spero tu sia in grado di trovare le 30 mila email che ancora mancano”, dice Trump il 27 luglio. Intanto, per la prima volta, hacker russi attaccano proprio quel giorno account del dominio usato dall’ufficio personale di Clinton.
  • Il 2 agosto, Manafort ha una cena con Kilimnik a New York.
  • Il 14 agosto, Stone inizia a scambiare messaggi su Twitter con Guccifer 2, mentre Clovis incoraggia Papadopoulus a fare un viaggio in Russia.
  • Il 19 agosto, Manafort è fatto fuori dalla campagna elettorale, dopo la notizia dei suoi affari con il partito ucraino filo-russo dell’ex presidente Yanukovich.
  • L’8 settembre, il futuro ministro della Giustizia Jeff Sessions incontra l’ambasciatore russo nel suo ufficio in Senato.
  • Il 7 ottobre, l’amministrazione Obama accusa Mosca di hackeraggio e Wikileaks pubblica le prime di migliaia di email di Podesta; da quel giorno Wikileaks fa uscire ogni giorno un certo numero di email di Podesta fino alle elezioni. Il 10 ottobre, Trump dichiara: “Amo Wikileaks!”.
  • Il 12 ottobre, in un messaggio privato su Twitter, Wikileaks chiede a Trump Jr. se può fare pressione sul padre affinché di twitti sulle email di Podesta. Pochi minuti dopo, il miliardario scrive che i “media disonesti ignorano le incredibili informazioni fornite da Wikileaks”. Il 6 novembre Wikileaks pubblica nuove email del Comitato nazionale democratico; a luglio 2018, gli inquirenti incaricati di investigare sul Russiagate incrimineranno 12 funzionari dell’intelligence russa per l’hackeraggio dei computer del Comitato democratico e della campagna presidenziale di Clinton.
  • L’8 novembre, Trump viene eletto presidente degli Stati Uniti e tre giorni dopo, il suo portavoce Hope Hicks assicura che “non ci sono state comunicazioni tra la campagna elettorale e alcuna entità straniera”.
  • Il 16 novembre, Kislyak chiede un incontro con Kushner, che avviene il 1 dicembre quando il genero di Trump cerca un contatto diretto con Putin. All’incontro partecipa anche Michael Flynn, che sarebbe diventato consigliere alla sicurezza nazionale anche se per poco tempo.
  • Il 13 dicembre, Kushner incontra Serghei Gorkov, capo di una banca pubblica russa, sotto sanzioni Usa e che Kislyak sostiene abbia una linea diretta con il leader del Cremlino.
  • Il 28 dicembre, poco prima di lasciare la Casa Bianca, Barack Obama annuncia sanzioni contro Mosca per l’interferenza nelle elezioni presidenziali. Lo stesso giorno, Kislyak contatta Flynn sulle misure punitive varate da Washington. A Flynn viene detto che “il team presidenziale di transizione” non ha intenzione di procedere con un’escalation nei confronti della Russa e Flynn chiede a Kislyak di non rispondere con controsanzioni. Una volta usciti fuori i legami di Flynn con Mosca, la Casa Bianca di Trump ha cercato di dipingerlo come una figura che ha agito in modo indipendente nei contatti con l’ambasciatore russo, ma le email e i documenti del processo non confermano tale versione.
  • Il 30 dicembre, Putin garantisce che la Russia non risponderà alla sanzioni Usa. Lo stesso giorno Trump twitta: “Grande mossa (da parte di Putin), ho sempre saputo che è molto intelligente!”.
  • Il 5 gennaio, le agenzie di intelligence americane pubblicano un rapporto, che accusa Putin di aver ordinato la campagna informatica volta influenzare le elezioni.
  • Il 9 gennaio, l’avvocato Cohen incontra l’oligarca russo Viktor Vekselberg alla Trump Tower: discutono del desiderio reciproco di rafforzare le relazioni russo-americane sotto la nuova amministrazione Usa.
  • Il 10 gennaio, Trump scrive il primo numerosi tweet, in cui definisce “caccia alle streghe” i rapporti e le indagini delle agenzie di intelligence e degli organi investigativi sui suoi legami con la Russia.
  • Il 20 gennaio, Cohen incontra di nuovo Vekselberg, durante la cerimonia d'insediamento di Trump. Pochi giorni dopo, una società connessa all’oligarca premia Cohen con un contratto di consulenza da 1 milione di dollari; il pagamento è fatto verso la stessa società di comodo che Cohen ha usato per pagare il silenzio della porno star Stormy Daniels sulla sua relazione con Trump. A fine gennaio, l’Fbi inizia a interrogare Papadopoulus e Flynn.
  • Il 27 gennaio, Cohen discute un piano per revocare le sanzioni alla Russia, con un membro del parlamento ucraino. Cohen riferisce il piano a Flynn, che il 13 febbraio però viene licenziato, perché colpevole di aver mentito al vice presidente Mike Pence e all'Fbi sui contenuti delle sue conversazioni con l’ambasciatore Kislyak. Il 1 dicembre 2017, Flynn ammetterà di essere colpevole.
  • A marzo, il procuratore generale Jeff Sessions è costretto a rinunciare alla sua supervisione dell’inchiesta su Trump e la Russia dopo che si viene a sapere che aveva incontrato più volte l’ambasciatore russo negli Stati Uniti e lo aveva nascosto alla stampa e al Congresso, benché fosse sotto giuramento.
  • L’8 maggio, Trump licenzia il direttore dell’Fbi, James Comey, che stava conducendo tre indagini sui rapporti fra il comitato elettorale del candidato repubblicano e la Russia, e sull’ingerenza di Mosca nelle presidenziali.
  • Il 27 luglio, Papadopoulus viene arrestato e accusato di aver mentito all’Fbi.
  • Il 30 ottobre, Manafort è incriminato per le sue attività di consulenza all’estero e di lobbista, e aver violato la norma sugli agenti stranieri Usa. In autunno, decine di persone vengono accusate dal procuratore speciale Mueller per i presunti legami della campagna elettorale di Trump e la Russia. Il Russiagate continua a essere bollato dal presidente Usa come una “caccia alle streghe”.
  • Il 16 febbraio, Mueller incrimina 13 russi - tra cui il cosiddetto “chef di Putin” Evgheniy Prigozhi - e tre società, accusati di cospirazione perché avrebbero agito per anni allo scopo di creare divisioni nell’elettorato americano e favorire la vittoria di Trump nel 2016. Per i media russi, Prigozhin è il finanziatore della Internet Research Agency, la “troll factory” che avrebbe realizzato la campagna di propaganda. Nel 2018, secondo la ricostruzione del Nyt, le attività di hacker russi sembrano fermarsi, mentre vanno avanti spedite quelle degli inquirenti statunitensi.
  • L’8 giugno, Manafort e Kilimnik sono accusati di ostruzione alla giustizia. Il 13 luglio, 12 funzionari dell’intelligence russa sono accusati per l'hackeraggio del Comitato nazionale democratico e della campagna dei Clinton.
  • Il 17 luglio, nella conferenza stampa congiunta al termine dello storico summit di Helsinki con Putin, Trump sembra accettare la versione russa sull’inesistenza di qualsiasi interferenza nel voto da parte di Mosca.
  • Il 21 agosto, Manafort viene condannato per frode finanziaria e lo stesso giorno l’ex avvocato di Trump, Cohen si dichiara colpevole di evasione fiscale, frode bancaria e violazioni alle norme sul finanziamento di campagne elettorali. Cohen dichiara che è stato incaricato da Trump di pagare due donne, tra cui Stormy Daniel, durante la campagna elettorale per mantenere segreta la loro relazione.
  • Il 14 settembre, Manafort acconsente a cooperare con Mueller come parte di un accordo con gli inquirenti.
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