Quando, nell'estate del 2012, un amico lo convinse ad adottare Esther, Steve Jenkins pensò che l'animale che si era portato a casa, vincendo le resistenze del coinquilino Derek, fosse una maialina nana. Tre anni dopo Esther pesava quasi tre quintali. Era una scrofa da allevamento vera e propria.
Steve e Derek, nel frattempo, si erano però troppo affezionati a lei per pensare di ricavarne salsicce e arrivarono addirittura ad acquistare una fattoria, nei pressi della loro Toronto, perché avesse tutto lo spazio necessario: la Happily Ever Esther Farm, aperta anche ad altri animali bisognosi.
Una convivenza sui generis che è stata documentata dalla coppia attraverso tutti i canali social possibili, facendo diventare Esther una vera e propria star del web.
Già perché Esther è davvero il maiale più famoso del mondo. Su Facebook ha 1,3 milioni di follower, su Twitter 53.000 e su Instagram 466.000. Per non parlare del canale YouTube, che ha oltre 23.000 iscritti. Numeri che hanno consentito a Steve e Derek anche di tirare su un business. C'è un sito internet dove è possibile acquistare ogni sorta di accessorio con l'immagine del suino: magliette, anelli, cappellini, pendagli. Nonché i due libri nei quali i due canadesi hanno raccontato la loro vita insieme a Esther. Il primo, 'Esther the Wonder Pig', nel 2016 ha vinto il Nautilus Award ed è entrato nella classifica dei best seller del New York Times. Il secondo promette di replicarne il successo.
Una popolarità che ha salvato la vita dell'artiodattilo quando i suoi padroni hanno scoperto che soffriva di una grave malattia. Impossibile diagnosticarla: l'unico macchinario a disposizione si trova negli Usa, dove Esther finirebbe in quarantena. I fan di Esther però le vengono in soccorso. La coppia raccoglie con un crowdfunding 650 mila dollari per acquistare l'apparecchiatura necessaria.
Lo scanner viene installato all'università di Toronto e la Tac consente di scoprire la presenza di un tumore alla mammella. Serve una chemioterapia. Se Esther fosse stata un gatto o un cane, non ci sarebbe stato nessun problema nell'ottenere i farmaci. La legge canadese considerà però i maiali come animali allevati a scopo alimentare, che non possono quindi avere accesso a simili cure. L'unica strada è trovare un veterinario disposto a rimuovere chirurgicamente il carcinoma. Così accade. L'intervento riesce. Esther è salva.
"Abbiamo dovuto affrontare tantissimi ostacoli per curarla. E oltre alla volontà e al desiderio abbiamo avuto la fortuna di avere il sostegno di tantissime persone. E ora vogliamo far qualcosa per far cambiare la situazione», afferma Steve, secondo quanto riportato da La Stampa, "non riesco a immaginare quante altre persone si siano trovate nella nostra situazione e si sono dovuti arrendere, messi davanti ai troppi no". La coppia utilizzerà quindi i centomila dollari avanzati dalla raccolta fondi per fornire assistenza sanitaria ad altri animali domestici considerati non da compagnia, perché "ogni maiale, pollo, capra e mucca che sia mai stato amato da un essere umano possa vivere felice e contento".