Il candidato è fuori pericolo. Ora bisogna vedere le conseguenze dell’attentato. La campagna elettorale è stata sospesa e solo quando riprenderà potranno essere misurabili, in termini di consensi, gli spostamenti nell’umore dell’immenso corpo elettorale brasiliano. Certo è che Jair Bolsonaro, già in vantaggio nei rilevamenti demoscopici prima che uno squilibrato cercasse di piantargli un coltello nell’addome, potrà godere di un vantaggio ancora più forte sui diretti concorrenti.
Il punto fondamentale, comunque, è un altro: l’inevitabile aumento della simpatia nei confronti dell’uomo basterà a ovviare a quella che finora è stata la sua debolezza di fondo? Bolsonaro, infatti, va forte in termini assoluti, ma l’altra faccia dei sondaggi lo vede perdere al ballottaggio nei confronti di tutti e tre i suoi diretti rivali, con percentuali di voto non trascurabili. Da un minimo di nove punti ad un massimo di 12. Non è poco.
Una campagna elettorale dal giardino di casa
I bollettini medici lo danno fuori dalla zona rossa, ma altrettanto chiara è l’indicazione a non riprendere più la campagna elettorale con interventi pubblici prima del voto del 7 ottobre. Un’assenza forzata che potrebbe essere ovviata da una sapiente campagna elettorale social o anche condotta sui media più tradizionali. Magari giocando proprio sull’infermità: l’effetto simpatia potrebbe protrarsi nel tempo. Ugualmente però a Bolsonaro potrebbe venire a mancare l’effetto positivo del contatto fisico con gli elettori, che in un paese come il Brasile è particolarmente importante.
“Ho agito per conto di Dio”
Bolsonaro è stato aggredito mentre era portato sulle spalle dai suoi sostenitori, in un comizio nella città di Juiz de Flora, a metà strada tra Rio de Janeiro e Belo Horizonte. La lama ha trapassato l'intestino e una vena dell'addome è stata gravemente lesionata. La sfida maggiore, ora, è evitare un'infezione.
Un testimone ha detto alla polizia di aver visto l'aggressore tenere un coltello avvolto in una camicia prima che si scagliasse contro Bolsonaro. L'uomo, che ha rischiato il linciaggio della folla, è stato arrestato sul posto: si chiama Adelio Bispo de Oliveira, ha 40 anni ed è un ex militante del partito di sinistra Psol e critico dell'attuale capo di Stato brasiliano Michel Temer. Agli agenti che lo hanno arrestato ha detto che "stava compiendo una missione da parte di Dio".
Gli inquirenti hanno espresso dubbi sulla salute mentale del sospettato; il suo avvocato, Pedro Augusto Lima Possa, ha spiegato che l'uomo ha agito "per motivi religiosi, politici e anche per via dei pregiudizi che Bolsonaro ha sempre mostrato quando parlava di razza, religione e persino di donne".
Sul profilo Facebook di Bispo de Oliveira sono presenti diversi post che criticano il candidato di destra e sostengono invece il governo socialista del presidente venezuelano, Nicolas Maduro.
Social e piazze sono con l’uomo che disprezza l’altra metà dell’elettorato
Ex ufficiale militare, Bolsonaro è il candidato più controverso della corsa elettorale brasiliana: apertamente omofobo, ha più volte dichiarato di apprezzare la dittatura militare degli anni '70-'80 e ha insultato in pubblico le donne, chiedendo per loro uno stipendio più basso. Amato sui social e venerato nelle piazze, è un forte sostenitore delle politiche nazionaliste, di estrema destra e populiste, almeno quanto è oppositore delle politiche di sinistra.
Il presidente Temer ha condannato l'attacco e ha incaricato il ministro della Sicurezza, Raul Jungmann, di rafforzare le misure di sicurezza dei candidati, come anche di condurre un'indagine "rigorosa" su quanto accaduto. "E' intollerabile vedere che in uno Stato democratico non è possibile avere una campagna elettorale normale", ha tuonato.
Un Paese in bilico tra paura e corruzione
L'accoltellamento di Bolsonaro rappresenta una svolta drammatica in quelle che già erano le elezioni meno prevedibili del Brasile. Con l'ex presidente Lula da Silva escluso dalla corsa elettorale, gli ultimi sondaggi danno Bolsonaro al 22% contro il 12% registrato per entrambi i suoi maggiori rivali: l'ambientalista Marina Silva e Ciro Gomes, di centro-sinistra. Negli ultimi anni, inchieste su scandali di corruzione hanno portato all'arresto di numerosi e potenti politici e uomini d'affari e fomentato rabbia e indignazione tra gli elettori.
“È già stato eletto”
È il mal sottile delle democrazie di questo scorcio di secolo: paura del domani, stanchezza per le istituzioni democratiche, fuga verso l’uomo forte. Il figlio del candodato, Flavio Bolsonaro, che fuori dall'ospedale dove il padre è ricoverato, ha voluto mandare un messaggio a quelli che ha definito "i criminali che hanno cercato di rovinare la vita all'uomo che è la speranza di milioni di brasiliani: lo avete già eletto presidente".
Lo si capirà dai primi sondaggi che verranno pubblicati.