L’iceberg A-68, che un anno fa si è staccato dalla piattaforma Larsen C, ha iniziato a muoversi. Grande quanto la Liguria, e portatore di una massa d'acqua pari al doppio del Lago Erie, uno dei più imponenti dell'area dei Grandi Laghi tra Stati Uniti e Canada, in questi mesi si è limitato a muoversi, avanti e indietro, sul posto. Ora, però, la situazione sembra essere cambiata e potrebbe diventare potenzialmente pericolosa. Secondo l’oceanografo inglese Mark Brandon, ad esempio, che sul suo blog sta seguendo l’evoluzione del fenomeno, ci sarebbe la possibilità che A-68, scontrandosi con la piattaforma Larsen C, possa generare una moltitudine di piccoli iceberg, influenzando così il traffico marino di quelle zone, soprattutto quello intenso all’interno del canale di Drake.
Di cosa stiamo parlando (un piccolo passo indietro)
Un anno fa le immagini catturate dalla NASA fecero il giro del mondo allarmando l’opinione pubblica su uno dei distacchi più importanti degli ultimi decenni. Quella testimonianza, accompagnata dalle testimonianze del Progetto Midas che ha tenuto il fenomeno sotto osservazione per anni, con il sostegno dell'Agenzia Spaziale Europea, metteva in evidenza il sempre più rapido allargarsi degli oltre 200 chilometri di fenditura apertasi nella piattaforma. Il tutto cercando di spiegare le possibili conseguenze per il pianeta e i presunti legami con l’aumento del riscaldamento globale, una questione molto più complessa e che deve prendere in considerazione altri fenomeni come l’assottigliamento della calotta polare.
Cosa è successo nell’ultimo anno
Il movimento rotatorio degli ultimi mesi ha fatto sì che A-68 modificasse leggermente alcune sue sporgenza ma la grandezza, 150 chilometri di lunghezza e 55 di larghezza, sono rimaste pressoché invariate. Soltanto due piccoli pezzi si sono staccati dal blocco principale e solo uno di questi è stato preso in considerazione per essere inserito nella lista degli iceberg di grandi dimensioni redatta dal National Ice Centre degli Stati Uniti, con il nominativo di A-68b.
Dove andrà a finire A68?
Se la collisione ipotizzata da Brandon non dovesse accadere ci sono altre ipotesi sul suo spostamento. Secondo Thomas Rackow, e altri colleghi dell'Istituto Alfred Wegener, Helmholtz Center for Polar and Marine Research, ci sono essenzialmente quattro "autostrade" che gli iceberg possono percorrere una volta che si sono staccati dalla casa madre. A68 dovrebbe imboccare quella che segue la costa orientale della penisola antartica e che porta dal mare di Weddell all’Atlantico meridionale. Per Raclow, in ogni caso, seguire le evoluzioni di questi spostamenti determinati dalle correnti oceaniche sarà un modo per verificare i modelli attuali e ottenere nuove informazioni.
Secondo Adrian Luckman, docente alla Swansea University, sarà interessante studiare i solchi che l’Iceberg ha lasciato e lascerà nel suo incedere, segni che potranno essere raccolti e analizzati da sonar di ultima generazione. Alcune spedizioni sono già state programmate, come quella dell'istituto tedesco Alfred Wegener con la nave da ricerca Polarstern o quella dello Scott Polar Research Institute a bordo del rompighiaccio SA Agulhas II.