La Corte Suprema indiana ha depenalizzato il reato di omosessualità, una decisione lungamente attesa dalla comunità Lgbt del Paese asiatico. La legge risaliva al 1860 ed era stata mutuata dai colonizzatori britannici: prevedeva il pagamento di una multa e la reclusione fino all'ergastolo per "chiunque abbia volontariamente rapporti carnali contro l'ordine della natura". Dopo settimane di discussione, il giudice Dipak Misra, ha definito la legge - nota come Sezione 377 - "irrazionale, indifendibile e manifestamente arbitraria". Non esistono dati ufficiali, ma in base a una stima fatta dal governo indiano nel 2012 gli omosessuali nel Paese sono più di due milioni e mezzo.
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