Nei giorni successivi alla tragedia del Ponte Morandi di Genova sui social è diventata virale l’immagine di una copertina del feroce giornale satirico Charlie Hebdo dove il ponte in questione veniva rappresentato come una sorta di bilancia con grossi sacchi di denaro a fare da contrappeso e una bandiera italiana sventolante da un pilone.
Era un fake, un fake che ha fatto infuriare in molti, un disegno firmato dal vignettista italiano Ghisberto. Oggi invece è uscita la vera copertina di Charlie e parrebbe essere ancora più macabra di quella fake. La copertina numero 1361 del giornale francese infatti mette insieme il dramma di Genova con la crisi sui migranti: sullo sfondo il ponte interrotto, una macchina schiantata ai suoi piedi, un migrante con una scopa in mano e il titolo “costruito dagli italiani….pulito dai migranti”.
Una copertina che già in poche ore ha provocato commenti al vetriolo da parte degli utenti e siamo in attesa della rivolta social dei politici; già sul piede di guerra il viceministro ai Trasporti, il ligure Edoardo Rixi: "Il giornale francese Charlie Hebdo è senza vergogna e riesce a superare ogni limite nel cattivo gusto. Questa sarebbe satira? Per me c'è solo una parola: schifo" e Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia, che chiede al ministro agli Esteri Moavero di convocare l'ambasciatore francese a Roma. Non è la prima volta che Charlie Hebdo provoca il pubblico italiano fino a farlo andare su tutte le furie; ben due copertine vennero dedicate al sisma nel centro Italia di due anni fa, entrambe con chiari riferimenti al giro di denaro sporco per ciò che riguarda le infrastrutture italiane.
Altra copertina che stimolò il disgusto degli abitanti della penisola per la nota rivista francese, fu quella sulla tragedia di Rigopiano, che rappresentava la morte in una discesa lungo la montagna utilizzando due falci come scii. Oltre all’offesa molti si interrogano, come capita ogni volta che Charlie Hebdo ci dedica una copertina, quale sia il confine della satira. Di regola, non ne avrebbe di confini la satira, ma è comprensibile che un paese in ginocchio che piange le proprie vittime non si fermi per badare a simili sottigliezze.