Anche l’ultima area dell’Artico, formata dal ghiaccio marino più vecchio e solido, un’area considerata dai meteorologi l’ultima vittima predestinata del riscaldamento globale, per la prima volta si è rotta. Una notizia potenzialmente spaventosa causata dai venti caldi e da un'ondata di calore conseguenza del cambiamento climatico nell'emisfero settentrionale. Una zona chiamata dagli esperti “l’ultima area di ghiaccio” situata a Nord della Groenlandia, tenuta sotto controllo dal 1979 e che mai da allora aveva subito il caldo a tal punto da distaccarsi in maniera così netta.
"Quasi tutto il ghiaccio nel nord della Groenlandia è abbastanza frantumato e frammentato e quindi più mobile", ha dichiarato Ruth Mottram del Danish Meteorological Institute. "La frattura al largo della costa nord della Groenlandia è insolita. Questa zona è stata spesso chiamata "l'ultima area di ghiaccio" in quanto pensavamo che l'ultimo ghiaccio marino inattaccabile dell'Artico fosse proprio quello. Gli eventi dell'ultima settimana suggeriscono che, in realtà, l'ultima area di ghiaccio potrebbe essere più a ovest ". Il ghiaccio a nord della Groenlandia è in genere particolarmente compatto a causa del Transpolar Drift Stream, uno dei due principali fenomeni meteorologici che spingono il ghiaccio dalla Siberia attraverso l'Artico alla costa, dove si accumula.
Anche Thomas Lavergne, uno scienziato del Norwegian Meteorological Institute, retweetando un’infografica che mostra la situazione della zona dell’Artico con l’acqua blu che penetra nel ghiaccio bianco e che riguardava centinaia di chilometri della costa della Groenlandia, ha definito la situazione “disastrosa”, aggiungendo “Non posso dire per quanto tempo rimarrà aperta questa frattura, ma anche se chiuderà tra qualche giorno il danno sarà fatto: il vecchio ghiaccio marino sarà stato spinto lontano dalla costa, in un'area dove si scioglierà più facilmente". Giusto per rendere meglio l’idea del guaio, la stazione metereologica Kap Morris Jesup, quella che monitora la regione alla quale ci riferiamo, solitamente registra una temperatura che di media si aggira intorno ai -20°C, questi venti caldi, arrivati a cavallo di ben 11 nodi, hanno fatto toccare la temperatura record di 17°C; secondo gli esperti le coste si ricongeleranno presto ma molto più tardi del normale. Le previsioni del Norwegian Ice Service fanno rabbrividire: rispetto al 1980 l’estate artica oggi conta il 40% in meno di ghiaccio, di questo passo, nel ventennio che va dal 2030 al 2050, Oceano Artico d’estate sarà fatto solo d’acqua.