Il presidente del Venezuela, Nicola Maduro è sfuggito a un attentato con droni esplosivi durante una parata militare nel centro di Caracas trasmessa in diretta tv. Maduro, rimasto illeso, ha accusato la Colombia e non precisati "finanzieri" degli Usa, ma alcune ore dopo l'attacco è giunta la rivendicazione di un misterioso "Movimento nazionale di soldati in camicia". In una dichiarazione fatta pervenire alla giornalista venezuelana vicina all'opposizione Patricia Poleo, che vive negli Stati Uniti, il Movimento afferma: "È contro l'onore militare tenere al governo coloro che non solo hanno dimenticato la Costituzione ma che hanno trasformato le cariche pubbliche in un osceno modo per arricchirsi".
La dinamica
Nell'attentato sono rimasti feriti sette militari. L'attacco è stato consumato durante la parata per l'81esimo anniversario della Guardia Nacional Bolivariana, la polizia venezuale che ha un inquadramento di tipo militare. In diretta tv si è visto come i soldati schierati per ascoltare il discorso del presidente si disperdono in preda al panico dopo l'esplosione, mentre Maduro viene subito circodanto dagli uomini della sua scorta e allontanato in tutta fratta assieme al ministro della Difesa, Vladimir Padrino.
In tribuna c'erano anche la moglie di Maduro, Cilia Flores, e molte autorità. Con quello di sabato 4 agosto 2018, sono una ventina i tentativi di ucciderlo denunciati dal presidente del Venezuela da quando nel 2013 ha preso il potere dopo la morte di Hugo Chavez.
Tre ore dopo il blitz, il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, è comparso in tv per raccontare la sua versione dei fatti e per accusare "l'ultradestra venezuelana alleata con la Colombia" di aver organizzato l'attacco. "Stavo dicendo non abbassiamo la guardia perché la cospirazione è tornata e proprio in quel momento è esploso davanti a me un drone, un grossa esplosione compagni", ha raccontato Maduro nel discorso trasmesso in diretta nazionale su tutti i canali televisivi e radiofonici e ha sottolineato di aver mantenuto la calma perché ha "piena fiducia nel popolo venezualano e nella lealtà delle forze armate".
Le accuse alla Colombia
Maduro, ha dichiarato che alcuni dei responsabili sono stati arrestati "e sono già sotto processo". "Sono stati catturati alcuni degli autori materiali dell'attentato di oggi contro la mia vita e sono già sotto processo. Sono state raccolte parte delle prove, e non aggiungo altro perché l'investigazione è in una fase molto avanzata".
Dettagli non sono stati forniti nemmeno dal procuratore generale, Tarek Saab, intervistato dal tv statale VTV: "Non possiamo escludere che vi sia stata la partecipazione di alcuni elementi sovversivi e terroristi fuori dal Venezuela", ha dichiarato Saab. "Ciò - ha ribadito - non si esclude nell'ambito delle ipotesi di indagine del pubblico ministero, che confermo e garantisco arriveranno alla verità".
Maduro ha chiamato in causa direttamente il presidente della Colombia Juan Manuel Santos: "È dietro questo attentato, non ho alcun dubbio", ha affermato. "Con me non ci sono riusciti e non ci riusciranno, stiano certi che continueremo il cammino della nostra patria che vuole pace e sviluppo".
La presidenza della Colombia ha definito "infondate" le accuse di una regia di Bogota' nell'attentato. Fonti della presidenza colombiana hanno respinto seccamente le accuse, e hanno fatto sapere che "il presidente si sta dedicando al battesimo della sua nipotina Celeste e non a rovesciare governi stranieri". Accuse definite assurde e "prive di ogni fondamento le illazioni secondo cui il leader colombiano sarebbe responsabile del presunto attentato contro il presidente venezuelano".
La rivendicazione
Nel comunicato del movimento che ha ricendicato l'attacco, letto da Patricia Poleo in un video sul suo canale YouTube, Maduro viene accusato di impoverire il Venezuela: "Se lo scopo di un governo è raggiungere la maggior felicità possibile, non possiamo tollerare che la popolazione soffra la fame, che i malati non abbiano medicine, che la moneta non abbia valore, e che il sistema dell'istruzione nè istruisca nè ma solo indottrini al comunismo".
La rivendicazione si conclude con un appello alla rivolta: "Popolo del Venezuela, per concludere con successo questa lotta di emancipazione dobbiamo scendere in piazza senza arretrare". Il Movimento, su Twitter, si è autodefinito come un gruppo "di patrioti militari e civili, leali al popolo venezuelano che cerca di salvare la democrazia in una nazione sotto dittatura". Maduro ha affermato in un discorso tre ore dopo l'attentato che alcuni dei responsabili sono stati arrestato e che le indagini continuano.