Facebook, Google, Microsoft e Twitter non parlano la stessa lingua, ma hanno inventato un programmino che lo fa per loro. Con un annuncio sincronizzato partito il 20 luglio, le quattro aziende hanno reso pubblica l’esistenza del Data Transfer Project: un sistema che consentirà agli utenti di trasferire i propri dati da una piattaforma all’altra.
L’iniziativa consiste in un programma capace di adattare i formati proprietari con i quali sono raccolti e conservati i dati in ciascun servizio, per “tradurli” in un formato compatibile con le altre che partecipano al progetto. Il metodo individuato dalle quattro aziende promotrici consiste nella creazione di un software che, sfruttando le Api (application programming interface, in italiano interfaccia di programmazione di un'applicazione) di ciascuna piattaforma, converte i dati in modo da renderli compatibili con gli altri.
In questo modo, per esempio, l’utente potrà chiedere che i suoi dati di Facebook vengano trasferiti su Twitter, e viceversa. Saranno le due aziende poi a occuparsi del trasferimento e di far trovare a chi ne ha fatto richiesta foto, video e altri contenuti in tutti e due i social network. O su uno solo dei due.
E anche se le compagnie coinvolte hanno tutte sede negli Stati Uniti, la spinta ad adottare questa soluzione arriva da Bruxelles. La portabilità delle informazioni degli utenti è infatti un requisito introdotto con il Regolamento generale sulla protezione dei dati, secondo il quale all’utente dovrebbe essere garantito il diritto “di ricevere i dati personali che lo riguardano, che questi ha fornito a un controllore, in un formato strutturato, comunemente usato e leggibile da una macchina”, per eventualmente trasmetterli a un altro servizio.
Il codice sorgente del software che costituisce la base del Data Transfer Project è disponibile sulla piattaforma per la condivisione di software libero GitHub, acquisita a giugno da Microsoft. Ed è proprio quest’ultima che, nel suo articolo di presentazione, invita altre compagnie e servizi web a partecipare al progetto, definendolo “centrale per l’innovazione e la competizione del cloud”. Un occhio di riguardo sembra averlo avuto anche la sicurezza informatica: gli ingegneri del progetto hanno previsto che il trasferimento avvenisse in modo criptato, così da proteggere i dati in transito da eventuali attacchi informatici.
“Il futuro della portabilità avrà bisogno di essere più inclusivo, flessibile e aperto”, si legge nel libro bianco che accompagna la presentazione del progetto. “La nostra speranza per il futuro - prosegue - è che [l’iniziativa] renda possibile una connessione tra due prodotti affinché sia possibile importare ed esportare i dati direttamente”.