Si apre oggi, a Bruxelles, uno dei summit Nato più sensibili per l'Alleanza atlantica, che da quasi 70 anni rappresenta un pilastro della sicurezza collettiva in Occidente. Al di là dei temi all'ordine del giorno, l'obiettivo cruciale dei 29 Stati membri sarà quello di difendere la propria unità e definire le direzioni future, in un momento in cui proprio il motore principale della Nato, gli Stati Uniti, punta il dito contro quello che ritengono l'insufficiente contributo degli alleati alle spese militari.
Secondo gli analisti, il successo del vertice dipenderà proprio dagli "umori" del presidente Donald Trump, che alla vigilia del summit, è tornato a fare pressioni sugli alleati, tuonando su Twitter che "gli Stati Uniti spendono molte volte più di qualsiasi altro Paese per proteggerli. Non è giusto per il contribuente americano".
La spesa militare degli Usa rappresenta oltre i due terzi del totale della Nato. Nel vertice Nato del 2014, in Galles, gli alleati si erano impegnati a portare la loro spesa militare al 2% del Pil nazionale per il 2024, come richiesto dagli Usa. Dei 29 membri, solo otto raggiungeranno tale obiettivo entro il 2018, secondo stime della stessa Nato. Fonti diplomatiche, citate dall'Afp, hanno espresso il timore che questo possa venire usato da Trump come 'casus belli' per giustificare, per esempio, un eventuale ritiro delle sue truppe da Paesi che non soddisfano il tetto del 2%, come la Germania, o il rifiuto di eseguire con questi esercitazioni militari.
Un fallimento del vertice dell'Alleanza, che si riunisce nel suo nuovo quartier generale alle porte di Bruxelles, causata dalle critiche della prima potenza militare, porterebbe a un aumento delle tensioni nelle relazioni tra Usa e alleati, già deteriorate dalla guerra commerciale lanciata dalla Casa Bianca. Per questo, il rapporto stesso tra i 29 tra capi di Stato e di governo, riuniti a Bruxelles, è uno dei punti sotto i riflettori.
Dopo un G7 così, le aspettative non sono alte
L'ultimo G7, in Canada, ha fotografato lo stato delle relazioni tra Washington e i suoi partner, con Trump che cinguettava contro il collega canadese Justin Trudeau per il mancato accordo sul commercio, affrontava le critiche del presidente francese Emmanuel Macron e andava via senza firmare la dichiarazione finale, di fatto facendo fallire il summit. I maggiori Stati europei temono un'altra frattura nell'Alleanza e un'ulteriore riduzione del ruolo Usa nella Nato. Secondo gli analisti, il vertice di Bruxelles sarà già un successo se riuscirà a proiettare di sè un'immagine di stabilità e a tenere a freno l'irruenza del leader americano, sebbene l'ambasciatore statunitense presso l'Alleanza, Kay Bailey Hutchison, abbia fatto sapere che Trump intende firmare la dichiarazione finale e che non si ripeteranno gli episodi visti al G7, la cui dichiarazione finale "era contenuta in un comunicato stampa".
Alla vigilia del vertice, l'altro bersaglio occidentale delle critiche di Trump ha teso la mano alla Casa Bianca: "Oggi spendiamo molte volte di più della Russia e tanto quanto la Cina. Non ci sono dubbi che questo è un investimento nella difesa e sicurezza comune europea e americana, cosa che non può essere detta con certezza della spesa russa e cinese", ha spiegato il presidente dell'Ue, Donald Tusk. "L'Europa ha deciso di assumersi la sua responsabilità per la sua sicurezza" e, gli ha fatto eco il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, "Nato e Unione Europea sono partner naturali".
Su un tema c'è indiscussa convergenza ed è quello del terrorismo, da combattere in tutte le sue forme. L'Isis e il rischio di attacchi sul territorio degli Stati Nato è oggi la minaccia principale. Lo stesso Trump ha promesso più volte di spazzare via il terrorismo dal mondo occidentale. L'allargamento della Nato eèun altro dossier sul tavolo, con la Macedonia, che - dopo la soluzione della disputa sul nome con la Grecia - aspira ad avviare i colloqui per l'adesione e a diventare il trentesimo membro, sostenuta anche dalle recenti dichiarazioni del segretario generale Nato, Jens Stoltenberg, secondo il quale quello con Atene "è un accordo che fornisce un'opportunità storica" a Skopje per unirsi alla Nato.
Putin convitato di pietra, in vista del bilaterale
La Russia e il fronte est dell'Alleanza continuano a rimanere una preoccupazione cruciale, in particolare per i Paesi baltici che confinano con l'"orso russo" e che, dopo l'annessione della Crimea, temono una mossa simile del Cremlino anche in Europa, per esempio in Estonia. Nazioni come la Germania, continuano a mantenere una linea dura con Mosca, alla quale non perdonano non solo la Crimea, ma anche il coinvolgimento nel conflitto in Ucraina dell'est tra separatisti filo-russi e governativi. Sulla Russia, Washington invia segnali contrastanti: da una parte punta a rafforzare la presenza militare sul fianco orientale, dall'altra Trump continua a cercare relazioni amichevoli con il collega Vladimir Putin. Il primo vero bilaterale tra i due leader è fissato proprio quattro giorni dopo il summit Nato, lunedì prossimo ad Helsinki. Probabilmente dopo i due vertici, sara' piu' chiara anche la politica Usa sulla Russia. Il Cremlino puo' solo giovare delle fratture interne all'Alleanza.
L'ira di Trump contro i membri che non contribuiscono in modo adeguato alle spese militari potrebbe far passare in secondo piano la decisione dei leader su questioni come la creazione di due nuovi centri di comando nella località tedesca di Ulm e in quella americana di Norfolk; i 29 leader devono anche portare avanti il piano '30-30-30-30', in virtù del quale entro il 2020 la Nato deve essere in grado di dispiegare in 30 giorni, 30 battaglioni terrestri, 30 squadroni aerei e 30 navi da guerra, a sostegno della sua 'forza di reazione rapida' per proteggere alleati come la Polonia, Lettonia ed Estonia dalla minaccia russa.
Il flusso dei migranti in transito nel Mediterraneo e un maggiore impegno dell'Alleanza sul fronte sud, saranno altri temi che verranno sollevati al summit, come ha annunciato oggi il ministro degli Esteri italiano, Enzo Moavero Milanesi. L'obiettivo dell'Italia, ha spiegato il titolare della Farnesina, e' arrivare a un "uguale impegno" sul fianco est e quello sud della Nato, perché sono "entrambi estremamente importanti". Moavero Milanesi non ha escluso il rischio che sui barconi che portano i migranti verso le coste italiane possano nascondersi anche "combattenti di ritorno" dalle zone di guerra in Medio Oriente.