Dopo un interrogatorio durato otto ore, il 16 maggio la polizia slovacca ha sequestrato il telefono di una collega di Jan Kuciak, il giornalista assassinato a febbraio e il cui omicidio ha determinato la caduta del governo nel Paese. Pavla Holcova, reporter della Repubblica Ceca, aveva risposto a un invito delle autorità slovacche, nella convinzione che cercassero elementi per identificare gli assassini del giornalista, ucciso insieme alla sua fidanzata Martina Kušnírová. Organized Crime and Corruption Reporting Project (Occrp) e Investigative Reporting Project Italy (Irpi), organizzazioni specializzate nel giornalismo investigativo con cui Kuciak e Holcova collaboravano, hanno denunciato l’accaduto e chiesto la restituzione del telefono.
“Sempre contro il sistema”, così è stata definita dalle autorità slovacche Pavla Holcova, durante quello che non sarebbe dovuto essere un interrogatorio. Dalla morte di Kuciak, che indagava su presunti collegamenti tra la ‘ndrangheta e il gabinetto del primo ministro Robert Fico, i suoi colleghi hanno sempre cercato di collaborare con le autorità per assicurare alla giustizia i responsabili. “Ho offerto alla polizia la copia completa di tutte le conversazioni che avevo avuto con Jan, ma loro mi hanno risposto che volevano di più”, ha spiegato ad Agi Holcova, che al momento può comunicare solo via mail. “Questo include informazioni relative a casi non collegati con l’omicidio di Jan o anche con la Slovacchia in generale”. Pavla Holcova è la fondatrice del Czech center for investigative journalism (Ccij), organizzazione di giornalisti investigativi basati nella Repubblica Ceca che aveva collaborato con Kuciak in alcune inchieste. Così, secondo quanto ricostruito da Occrp, la polizia ha prima cercato di trasferire i dati contenuti nel telefono utilizzando un dispositivo forense, strumento elettronico che viene usato durante i sequestri per acquisire elementi d’indagine. Ma non riuscendoci è ricorsa al sequestro del dispositivo: “Non mi hanno detto quando mi verrà restituito, neanche se ci vorranno giorni o mesi”.
“Quando Pavla non ha risposto a domande chiaramente irrilevanti rispetto all’investigazione per omicidio, ribadendo il nostro diritto di fare giornalismo indipendente e di ritenere il governo responsabile, loro le hanno chiesto il telefono”, scrive Occrp nel suo comunicato. Alla giornalista è stata minacciata una sanzione di 1650 euro nel caso in cui non avesse fatto ciò che le veniva chiesto. “Se la polizia slovacca è realmente interessata a risolvere il caso, chiediamo che restituisca immediatamente il telefono alla giornalista”, scrive Occrp.
Leggi anche: Ecco l'ultimo articolo di Ján Kuciak, il reporter slovacco ucciso a Bratislava
Jan Kuciak avrebbe compiuto ventotto anni il 17 maggio. Il giornalista lavorava per il sito di informazione Aktuality.sk, che con il Centro ceco per il giornalismo investigativo fondato da Pavla Holcova, fa parte del network di realtà d’inchiesta di Occrp, di cui Irpi rappresenta il capitolo italiano. Secondo gli inquirenti Kuciak sarebbe morto a causa di un’inchiesta sulla ‘ndrangheta in Slovacchia. Dai “tentacoli così lunghi da arrivare alla politica”, come dice il titolo dell’articolo, pubblicato solo dopo la sua morte da Politico.eu in lingua inglese. Il primo effetto dell’omicidio di Kuciak erano state, a marzo, le dimissioni del ministro dell’Interno Robert Kalinak, e del primo ministro Robert Fico, e l’arresto di sette italiani, rilasciati dopo due giorni. “A settantadue ore dal sequestro del dispositivo, ancora non abbiamo notizie da parte delle autorità slovacche, ma stiamo monitorando la vicenda di Pavla affinché le sia consentito di tornare a lavorare al più presto”, ha fatto sapere ad Agi un portavoce di Irpi.