Oltre metà delle pubblicità su Facebook comprate da soggetti russi durante le elezioni americane del 2016 cercavano di instillare divisioni e discordia su questioni razziali. E più ci si avvicinava alla data delle elezioni, più le inserzioni insistevano su questo aspetto. A riferirlo è il quotidiano Usa Today che ha analizzato le oltre 3.500 inserzioni rese pubbliche dal Congresso americano lo scorso giovedì.
La scorsa settimana i Democratici hanno reso pubbliche le pubblicità comprate dalla Internet Research Agency, la cosiddetta "fabbrica di troll", che secondo alcuni risponderebbe direttamente al Cremlino, ritenuta responsabile di buona parte della campagna di disinformazione russa in azione negli Stati Uniti soprattutto nel 2016. L'analisi di Usa Today indica che di 3.500 ads, 1.950 facevano riferimento a temi razziali; e sarebbero stati visti 25 milioni di volte. Un quarto delle inserzioni si riferiva invece al crimine o a questioni di ordine pubblico, spesso con una connotazione razziale.
Le pubblicità acquistate dall'IRA trasmettevano messaggi divergenti, ad esempio contro la polizia o a favore, laddove quelli che sostenevano apertamente Trump o si opponevano a Hillary Clinton sarebbero stati una minoranza, circa un centinaio. Le inserzioni a sfondo razziale non si sono concluse però con l'elezione di Trump, sostiene Usa Today, ma sarebbero proseguite fino al maggio 2017. A febbraio il procuratore speciale Robert Mueller aveva incriminato 13 russi per legami con l'IRA, accusata di essere "coinvolta in operazioni per interferire nelle elezioni e nei processi politici" americani.