Un anno dopo, i progetti italiani sulla Via della Seta a che punto sono?

Alessandra Spalletta
Yao feng / Imaginechina -
La Nuova Via della Seta (AFP)
“I porti italiani non sono alternativi ma complementari al Pireo” ha più volte detto all'Agi l’ambasciatore italiano a Pechino, Ettore Sequi, “sia perché sono immediatamente disponibili ed estremamente ben collegati, con procedure di sdoganamento tra le più veloci in Europa, mentre dal Pireo occorre ancora costruire adeguati e onerosi collegamenti ferroviari attraverso i Balcani; sia perché è difficile far transitare solo attraverso un porto l'assai ingente numero di container che dall'Asia giungono nel Mediterraneo”.
Il presidente cinese Xi Jinping al forum di Pechino 'Belt and Road'

Via della Seta nel mondo

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La Nuova Via della Seta (AFP)

Via della Seta in Europa

Yi mingzhang / Imaginechina -
La Nuova Via della Seta (AFP)

Via della Seta in Italia

“L’Italia ha preso consapevolezza delle potenzialità e delle opportunità all’interno della promozione del sistema portuale”, dice Sequi. “La Cina – aggiunge - ha preso coscienza della serietà e dell’importanza dell’offerta italiana in termini di portualità e di partecipazione per la realizzazione di progetti in Paesi terzi”.

Progetti: ancora pochi

 Il porto di Trieste

Progetti concreti: Trieste

“I cinesi hanno iniziato a vedere l’Europa in un’ottica più mediterranea: prima guardavano solo al Nord Europa, oggi invece cercano ipotesi di localizzazione vicine al Pireo”.
“La Via della Seta ha una forte valenza geopolitica quando la Cina investe a Gibuti. Ma il business sui porti è una cosa diversa”.
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