Il summit del prossimo 12 giugno tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il leader nord-coreano, Kim Jong-un, rappresenta un "passo importante" verso la denuclearizzazione della penisola coreana e la pace e la stabilità regionale per la Cina.
Lo ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Geng Shuang che ha parlato di "progressi positivi" tra Usa e Corea del Nord nell'organizzazione del summit e ha auspicato "risultati positivi" dallo storico incontro che si terrà a Singapore. Il giudizio del Ministero egli Esteri di Pechino segue di pochi giorni il secondo summit tra il presidente cinese, Xi Jinping, e il leader nord-coreano, Kim Jong-un, avvenuto a Dalian, nel nord-est della Cina, che ha contribuito a rinsaldare l'intesa tra Pechino e Pyongyang, dopo il precedente summit informale, avvenuto nelle scorse settimane.
La cautela del Giappone
Da Tokyo, il primo ministro giapponese, Shinzo Abe, ha espresso la speranza che il summit possa portare a progressi nella liberazione dei cittadini giapponesi rapiti da spie nord-coreane negli anni Settanta e Ottanta, che per il Giappone costituisce un risultato "importantissimo", allo stesso livello della denuclearizzazione delle penisola coreana. "Mentre è in corso la preparazione per il summit tra Stati Uniti e Corea del Nord, il Giappone rimarrà fermo nella sua posizione", ha dichiarato Abe, promettendo il sostegno del Giappone alla comunità internazionale per risolvere le questioni più scottanti del dossier nord-coreano.
La Corea del Sud, che ha dichiarato di essere stata messa a conoscenza della data e del luogo dell'attesissimo incontro del mese prossimo già da una settimana, ha auspicato continui scambi con il Nord. Il presidente Moon Jae-in, ha dichiarato un funzionario della Casa Blu, l'ufficio del presidente, chiamerà il leader nord-coreano attraverso la linea di comunicazione diretta tra i leader delle due Coree istituita il mese scorso, pochi giorni prima del summit tra Moon e Kim del 27 aprile scorso. "La chiamata sarà fatta nell'immediato futuro", ha detto il funzionario ai microfoni dell'agenzia di stampa di Seul, Yonhap.
La Corea del Nord al centro dei colloqui del summit trilaterale
La Corea del Nord è stata al centro dei colloqui di questa settimana tra Cina, Giappone, e Corea del Sud, a Tokyo, in quello che è stato il primo summit trilaterale dal 2015. Il primo ministro giapponese, Shinzo Abe, il primo ministro cinese, Li Keqiang, e il presidente sud-coreano, Moon Jae-in, hanno manifestato una posizione comune, ma non tutte le differenze tra le tre grandi economie dell'Asia orientale sembrano appianate. Per l'emissione del comunicato finale del summit sono occorse dodici ore, durante le quali il premier cinese, Li Keqiang, e il primo ministro giapponese hanno avuto diverse divergenze su alcune questioni terminologiche e sulla posizione rispetto alla Corea del Nord.
Da Pyongyang, intanto, non sono emersi commenti all'annuncio su Twitter del presidente Usa, ma nelle scorse ore è apparso un nuovo segnale delle intenzioni nord-coreane di chiudere il capitolo di test missilistici. La Corea del Nord ha promesso lo stop ai lanci non annunciati di missili. L'impegno è stato manifestato durante una visita a Pyongyang, dal 7 al 9 maggio scorsi, di una delegazione dell'Icao (International Civil Aviation Organization) ed è stato confermato a Voice of America da un portavoce della stessa organizzazione.