Un mese e mezzo dopo le gigantesche manifestazioni in tutto il Paese per chiedere leggi più restrittive sulle armi, il presidente americano Donald Trump è tornato ad un vecchio amore, la potente lobby delle armi.
Dal palco di Dallas, con i toni incendiari con cui solitamente arringa la sua base elettorale, agli aderenti della National Rifle Association, ha detto che il Secondo Emendamento alla Costituzione, quello che garantisce il diritto degli americani a girare armati, non si tocca: ha ribadito dunque l'invito a mettere più guardie armate nelle scuole e sottolineato il suo forte sostegno al diritto alle armi, dopo che alcune settimane fa era sembrato pronto a qualche restrizione.
Cosa dice il secondo emendamento
Costituzione americana. Il diritto dei cittadini americani a possedere armi da fuoco è sancito dal secondo emendamento della Costituzione, che recita: Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una milizia ben organizzata, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non può essere infranto.
"La mia amministrazione e i conservatori al Congresso sono stati eletti per difendere i vostri diritti", ha detto il presidente di fronte a decine di migliaia di attivisti entusiasti. "Il Secondo Emendamento (alla Costituzione americana) non sarà mai in pericolo finché sarò presidente".
E ha aggiunto che gli attacchi del 13 novembre 2015 a Parigi avrebbero ridotto il numero di morti se le vittime fossero state armate: "Nessuno ha un'arma a Parigi e tutti ricordiamo le 130 persone (uccise) e l'enorme numero di persone orribilmente, orribilmente ferite: sono stati brutalmente uccisi da un piccolo gruppo di terroristi che avevano armi, che con calma li hanno uccisi uno per uno. Vieni qui, boom, vieni qui, boom, vieni qui", ha detto, facendo con la mano il gesto di un jihadista che sparava alle vittime.
"Ma se un impiegato, o solo un cliente avesse avuto un'arma, o se uno di voi tra il pubblico fosse stato lì con una pistola puntata nella direzione opposta, i terroristi sarebbero fuggiti o avrebbero sparato. E sarebbe stata una storia diversa". E ha preso in giro quanti vogliano il divieto delle armi da fuoco, ricordando i recenti attentati, come quello a Toronto, in Canada, provocati dalla folle corsa di camion o un furgoncini lanciati a tutta velocità su ignari passanti. "E allora, vietiamo tutti i camion e i camioncini", ha detto, "forse anche tutto le auto...".
Il movimento studentesco contro le armi -nato dopo la strage di Parkland, in Florida, dove il 14 febbraio morirono 17 persone- chiedeva il diritto di andare a scuola senza rischiare di finire in una mattanza. "Tutti noi - ha replicato Trump- vogliamo scuole più sicure. Ma insegnanti perfettamente addestrati dovrebbero portare armi nascoste". "Se sanno che ci sono armi all'interno, non entreranno".
Era la terza volta che Trump parlava di fronte alla potente lobby, che lo ha sempre considerato un alleato, fin dai giorni iniziali della sua campagna elettorale. Trump, che nel suo discorso ha spaziato su vari temi -dalla Corea al Russiagate- ha esortato i membri dell'NRA a votare in massa alle elezioni di midterm ringraziandoli per il sostegno passato. "Siete usciti tutti. Siete usciti tutti e avete votato".
L'Nra è sempre stato in effetti un grande sostenitore di Trump: a ottobre del 2106, uno spot pubblicitario televisivo su 20 in Pennsylvania fu sponsorizzato dalla lobby delle armi; uno su nove annunci in North Carolina, e uno ogni otto in Ohio. E Trump vinse in tutti e tre gli Stati.